1ª cappella a sinistra

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1^ cappella a sinistra, di Ognissanti
[cappella Ognissanti - elab. elettr. su foto di. Michele Monterisi - 2010]

La cappella dedicata a Ognissanti

La piccola guida alla visita della Cattedrale, pubblicata nel 2009 descrive lo stato attuale di questa prima cappella, a sinistra entrando:
Incoronazione della Madonna di Fabrizio Santafede
[Incoronazione della Vergine - elab. elettr. su foto di Sabino Di Tommaso - 2011]
"La cappella di Ognissanti, poi del Battistero (dove era collocato il battistero in pietra spostato nell'ultimo restauro [nella quarta cappella destra]) ed oggi penitenzieria, ospita l'imponente tela dell'Incoronazione della Vergine proveniente dalla chiesetta del Convento dei Cappuccini di Minervino Murge. Ne è autore Fabrizio Santafede (Napoli, 1560-1634). Dio Padre, il Figlio e lo Spirito Santo incoronano Maria in uno stuolo di angeli; a destra San Bartolomeo; a sinistra San Francesco d'Assisi e Sant'Antonio di Padova; al centro San Michele che atterra il demonio.
Sulla parete sinistra una grande lapide ricorda l'istituzione delle prime sei parrocchie ad opera di Mons. Giuseppe Longobardi (1857)
"

[tratto da "La Cattedrale di Andria", AA.VV., Grafiche Guglielmi, Andria, 2009, Pag. 53]

La su riportata descrizione del quadro (qui riprodotto a lato) è una sintesi di quanto mirabilmente scrive mons. Giuseppe Lanave:

"INCORONAZIONE DELLA MADONNA di Fabrizio Santafede di Napoli (1560 - 1634).
Su in alto: Il Padre e il Figlio incoronano la Vergine.
A metà tela: S. Bartolomeo al quale furono dedicati convento ed ospedale fatti costruire dalla famiglia Orsini (sce. XVII).
A sinistra: S. Francesco: al centro; S. Michele che atterra il demonio.
Nel basso: in mezzo: Eva piegata dal dolore; Adamo che dal dolore si riscatta esprimentdo fiducia e speranza.

Il quadro era sull'altare della chiesetta del convento dei Cappuccini di Minervino, demoliti l'uno e l'altra per costruire l'attuale complesso ospedaliero.
Convento e chiesa furono edificati all'inizio del sec. XVI-XVII.

Tela dipinta ad olio - m. 500 x 2,80 [dati soprintendenza]"

[tratto da "Ho raccolto per voi", di Giuseppe Lanave, Grafiche Guglielmi s.n.c., Andria, 1994, pp. 96-97].

L'Agresti ci descrive questa cappella come si presentava nel 1911:
"La prima Cappella della navata sinistra è dedicata ad Ognissanti. Essa è munita di balaustra di pietra, sormontata da un cancello di ferro con fregi di ottone.
Il suo altare è costruito di pietra dura su buon disegno. Una grande tela, molto antica, rappresenta la SS. Trinità, circondata da Serafini, a cui piedi è dipinta la Vergine Santissima con a fianco la Madre sua Sant'Anna, indi S. Nicola di Mira, S. Gennaro, S. Riccardo, S. Francesco d'Assisi, S. Luigi Gonzaga, S. Pietro, S. Gregorio Magno, San Francesco Saverio, S. Antonio ed una delle sante Vergini. Due Cherubini additano la Triade Santissima a questo glorioso drappello di Santi.
In questa Cappella, al presente, si onora S. Rita da Cascia, della quale conservasi un pregevole simulacro di legno, fatto costruire a spese dei devoti di questa Santa. L'altare di marmo è di recente costruzione, fatto a spese del gentiluomo il Commendatore Signor Riccardo Iannuzzi fu Giovanni.
"

[tratto da “Il Capitolo Cattedrale di Andria ed i suoi tempi”, di Michele Agresti, tip. F. Rossignoli, Andria, 1912, vol.II, pagg. 15-16].

La finestra tonda dava un tempo luce alla crociera costolonata della volta e all'ambiente. Non esistono più né l'altare in marmo né la balaustra e l'inferriata con fregi di ottone poste sull'ingresso.


antico fonte battesimale marmoreo
[l'antico fonte battesimale marmoreo - elab. elettr. su foto di Sabino Di Tommaso - 2019]

Prima degli ultimi restauri in questa cappella  sorgeva il quattrocentesco fonte battesimale in pietra, attualmente nella quarta cappella di destra.

Questo fonte battesimale fin dai primi tempi doveva trovarsi qui o, comunque, presso l'ingresso della Chiesa.
La prima descrizione che ho potuto reperire su su di esso è di metà Seicento;
mons. Ascanio Cassiano, nell'ambito della prescritta visita pastorale, ispeziona il fonte battesimale della Cattedrale il primo luglio 1644 e così lo descrive:

[trascrizione del testo originale in latino] [traduzione]
Die Primo Iulij 1644
Ill.mus D.nus prosequens Visitat.[tio]nẽ, se contulit una cum coassunptis ad Ecclesiã Cathed.[ra]lem, et facta, s.[olito] more, orat.[io]ne Sant.[issi]mo, accessit ad Fontem Baptismalem, qui est constitutus in latere sinistro portæ anterioris d.[ict]æ Ecc.[lesi]æ.
Adsunt ante ipsum fontem cancelli lignei, qui clavi securæ claudunt.[ur].
Supra fontẽ est pyramis ex ligno, conopeo cooperto.
De ordine eiusdem Ill.mi D.ni, fuit apertus fons p.[er] sacristam maiorẽ, cotta, et stola indutum.
Clavis, et sera apta, et secura.
Intus fontem, ultra pyramidem sup.[radi]cta bené connexa, et absque scissuris, et rimulis, adest etiam aliud operimentum ligneum, quod optimé operit totum ipsum fontem, ita ut, immunditiæ nullo modo possint penetrare.
Fons est marmoreus, et valde amplus, et aqua est optimé tenta, et præter oleum, nihil aliud … conspicit.[ur], sed certit.[ur] pura, nitida, et munda.
       Il Primo luglio 1644
L’Ill.mo Signore proseguendo la Visita, si recò insieme ai suoi collaboratori alla Chiesa Cattedrale, e fatta, che al solito, la preghiera al Santissimo, raggiunse il Fonte Battesimale, che si trova eretto sul lato sinistro della porta anteriore di detta Chiesa.
Davanti al fonte c’è una cancellata lignea, che è ben chiusa da un chiavistello.
Sul fonte c’è una copertura piramidale lignea, protetta da un conopeo.
Su ordine dello stesso Ill.mo Signore, il fonte fu aperto dal sacrista maggiore, vestito di cotta e stola.
La chiave e la serratura sono funzionali e sicure.
Sul fonte, oltre alla predetta piramide ben connessa, senza fessure e crepe, c’è anche un’altra copertura lignea, che ottimamente chiude tutto il fonte, così che in alcun modo possa penetrare immondizia.
Il fonte è marmoreo, molto grande; in esso l’acqua è ottimamente contenuta, e oltre l’olio [santo], niente altro vi si vede, anzi appare pura, nitida e pulita.

A metà Ottocento questo fonte viene soppiantato da uno ligneo ad opera di mons. Giuseppe Cosenza;
racconta il Borsella nel testo sotto citato:

“ … il Battistero di noce formato a spese dello stesso Vescovo [Cosenza], la cui gran fonte orbiculata, modellata a specchi levigati, divisi da pilastri con basi e capitelli, e con tante cornici, che l’abbellano, contiene quanto occorre al sacramento avendo in cima vaga statuetta del Battista.
Il cupolino è recinto da ritondate cornici, e nel mezzo vi è inciso lo stemma del nostro Cosenza.
Quest’opera elevata sopra tre gradini, sita a manca dell’ingresso di porta maggiore, fornita di alti cancelli con lance in punta onde non essere sormontata, e fregiata, di varie teste di fiori di ferro fuso e di altri ornamenti di ottone, aggiunge un certo decoro al culto, mentre l’antico battistero era affatto indecente.”

[tratto da "Andria sacra", di Giacinto Borsella, tip. F. Rossignoli, Andria, 1918, pp. 68-69].

Nei restauri della metà degli anni Sessanta del Novecento l'antico fonte battesimale marmoreo fu riposizionato in questa cappella (fino ai restauri del 2005-2008).

Per una precisa descrizione di questo quattrocentesco fonte battesimale si riporta quanto scrive Clara Gelao nel volume sotto citato:

“ Esso è costituito da una conca emisferica monolitica in marmo bianco screziato di grigio, poggiante su un rocchio di pilastro in pietra, di fattura moderna.
La vasca è intagliata all'esterno con profonde baccellature che non interessano però tutto il corpo del Battistero, ma solo le parti visibili, anteriore e laterali (si economizzava anche su questo!). Stessa premura per il bordo, profilato da una fascia scolpita con stelle e fiori tenuti insieme da un sottile nastro.
Il tipo di decorazione e le plastiche baccellature inducono ad una datazione attestata intorno alla metà del XV secolo.”

[testo tratto da “ANDRIA RINASCIMENTALE - episodi di arte figurativa”, di Clara Gelao, Grafiche Guglielmi, Andria, novembre 2018, pp. 85-86.]


Fino al 2005 in questa cappella erano parcheggiate due sculture di risulta da precedenti ristrutturazioni: un leone stiloforo e un capitello adattato ad acquasantiera posto presso il foro - sacrario dell'antico fonte battesimale.
In una foto dell'archivio della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio (mostrata dalla Dott.ssa Rosa Lorusso nella conferenza "La Chiesa rupestre di santa Croce di Andria, un patrimonio da restituire alla comunità 'storia e restauri'" il 9 marzo 2013) questa acquasantiera è ripresa nel pronao della Chiesa rupestre di Santa Croce.

Il capitello dell'acquasantiera è databile, secondo gli studiosi, nella prima metà del XIII secolo; il leone stiloforo verso la metà del XII secolo.

capitello utilizzato come acquasantiera
"Il capitello, di fattura grossolana, ha nella parte bassa un giro di quattro foglie a crochets, una per ogni lato, da cui partono due caulicoli divergenti, che trovano conclusione agli angoli, dove si innestano altre quattro foglie.
La superficie del capitello e il profilo superiore dell'abaco sono percorsi da numerosi fori di trapano.
"

[tratto da "La Cattedrale di Andria", Filomena Lorizzo, tip. S.Paolo, Andria, 2000, pag. 83]

leone stiloforo
"Le dimensioni ridotte del leone rendono poco probabile un suo impiego nel portale principale; è plausibile la sua provenienza da un pulpito o da una finestra, come ipotizza Schafer - Schuchardt.
Il leone ha il naso largo e lungo, gli occhi con contorni marcati e con le pupille colorate, i denti serrati di colore marrone; altre tracce di colorazione sono visibili sulle gote, sul petto e sulla criniera.
La criniera, realizzata con scarso aggetto, è divisa in tante ciocche che terminano con la punta arricciata.
L'animale è accosciato con le zampe posteriori su un basamento, mentre le zampe anteriori sono spezzate; la coda gira sotto la pancia del leone e termina curvando sul fianco sinistro.
"

[tratto da "La Cattedrale di Andria", Filomena Lorizzo, tip. S.Paolo, Andria, 2000, pagg. 74-75]

Un "leoncino di pietra sporgente" è visto e descritto dal Borsella a metà Ottocento sulla parete sud presso l'ingesso laterale della Cattedrale:

"In faccia al muro istesso, vicino un orologio solare, su piccola base poggia un Leoncino di pietra sporgente, sopra una gran lapide che offre la effige d'un Vescovo col pastorale avendo le mani incrociate al petto, di gusto gotico ignorandosene il nome. Accanto al Leoncino, sopra altra lastra lapidea infissa  nel muro si scorge una stella raggiante stemmi degli Svevi, e dei Bauci o Balzi."

[tratto da "Duomo", in "Andria Sacra", di Giacinto Borsella, tip. F. Rossignoli, Andria, 1918, pag.124].