"Disegni della Città di Andria tra Seicento e Settecento"→

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Carte della Città di Andria tra Seicento e Settecento

Alcune carte,due prospettive e tre piante, realizzate tra la fine del Seicento e metà Settecento, illustrano schematicamente la Città di Andria:

Pianta della città di Francesco Cassiano de Silva    Pianta della città di Francesco Cassiano de Silva- Biblioteca Nazionale di Vienna
[Vedute della Città di Andria di Cassiano de Silva: 1- edita nel 1703 nell'opera del Pacichelli; 2- in un album esistente della Bibl. Naz. di Vienna (immagine tratta da " Le antiche piante topografiche di Andria" di V. Zito)]

Pianta della città del 1758-59 attribuita al Murena     
[Piante della Città di Andria: 1- annotata della del 1758 circa, attribuita al Murena; 2- edita dall'Orlandi nel 1772; 3- dichiarata del 1690 (del'archivio fam. Morgigni)]

Le carte della Città di Andria tra Seicento e Settecento

- Due Prospettive della Città di Andria disegnate da Cassiano de Silva:
• una per “IL REGNO DI NAPOLI IN PROSPETTIVA DIVISO IN DODECI PROVINCIE; in cui si descrivono la sua Metropoli Fidelissima Città di Napoli ... e le sue centoquarantotto Città ... oltre il Regno intiero, e le dodeci Provincie distinte in Carte Geografiche”, dell'abate Gio: Battista Pacichelli, parte seconda, in Napoli, nella Stamperia di Dom. Ant. Parrino 1703, pag.208.
• un'altra (tonda) contenuta in un album manoscritto che il De Silva dedicò a Virrigo de Daun, primo vicerè austriaco del regno di Napoli, insediatosi nel 1707: "Regno di Napoli Anatomizzato dalla penna di D. Fran.co Cassiano de Silva, nobile milanese, fatica decennia, e singolare dal medesimo posta ai piedi dell’ecc.mo Virrigo de Daun conte del Sac. Rom. Imp. Cav. Della Chiave d’Oro Colonnello d’un Reg.nto d’Inf. g. e. com.te delle truppe Cesaree e Cat. e Viceré e Cap.no generale di questo Regno". L'album si conserva presso la "Österreichische Nationalbibliothek" di Vienna, ed è stato pubblicato da Giosi Amirante e Maria Raffaela Pessolano in "Immagini di Napoli e del Regno : le raccolte di Francesco Cassiano de Silva", Napoli, Edizioni scientifiche italiane, 2005.

- una “Antica Pianta della Città di Andria nel 1690”, dell’archivio storico della nobile famiglia andriese dei Morgigni, (col seguente testo manoscritto in calce d’identica grafia della legenda: “F.[erdinan]do Morgigni dis. da un originale antico.”; la copia del documento, gentilmente concessa da Deodato e Michele Morgigni, mi è stata trasmessa dal dott. Giuseppe D'Ambrosio).

- una Pianta topografica della città di Andria, con la legenda “Nota delle misure, e distanze de luoghi principali della Città di Andria”, dagli storici attribuita al Murena su commissione, dicono, di mons. Ferrante intorno al 1758.

- una “Pianta topografica della città di Andria”, così intitolata edita in “Delle Città d’Italia e sue isole adjacenti compendiose notizie sacre, e profane”, a cura di Cesare Orlandi, Stamperia M. Reginaldi, Perugia, 1772, Tomo II, tav. tra p. 64-65.


Per una lettura facilitata delle carte con didascalia si trascrivono le legende che le accompagnano, esplicitando alcune rilevanti osservazioni.

Legenda della "Antica Pianta della Città di Andria [dichiarata com'era] nel 1690"

Alcune osservazioni sulla pianta dichiarata del 1690

- Innanzitutto è da notare che nella piantina al n. 10 è disegnato il Conservatorio, ivi fondato da mons. Nicola Adinolfi intorno al 1714; questo dato implica che questa piantina, pur se dichiarata elaborata nel 1690, non può essere stata terminata prima di tale data, il 1714.

- Si noti inoltre che a lato della Cattedrale è indicato (col n. 19) il Seminario e Palazzo Vescovile; ebbene il Seminario fu trasferito dall'antico Palazzo dei Volponi in Via Quarti ad alcuni ambienti aggiunti al Palazzo Vescovile soltanto nel 1730 da mons. Cherubino Tommaso Nobilione. Questo è un altro dato che sposta la realizzazione o almeno completamento della piantina a non prima di tale data, il 1730.

- A fine Seicento l'attuale Via De Anellis, che da Piazza Catuma (indicata col n. 18) scende all'Angolo di Fravina (n. 22), è chiamata Strada Maestra (n. 48), ritenuta quindi la più importante a quel tempo.

- La piazzetta davanti alla chiesa di San Nicola è chiamata Largo Vorticello (n. 2); penso che fosse chiamata così in quanto si affacciava su una depressione di grotte, dove le acque piovane defluivano velocemente, in parte appantanandosi (nell'attuale Via Fellecchia, che in una carta del 1856 è chiamata "Pantana"), in parte inabissandosi a piccolo vortice, altre defluendo nel sottostante"Lagno"- canale ex Aveldio.

- Sull'attuale Via Mura San Francesco presso l'angolo con via San Francesco è localizzata (col n.26) la Cappella di San Fortunato, confinante col palazzo degli Squadrilli e ,probabilmente, dove attualmente al suo posto c’è uno slargo rialzato con ingresso a gradoni.

- Sul lato ovest di Piazza Catuma (col n.18) tra le attuali Via Carlo Troia e Via De Anellis, dove il fabbricato arretra lievemente, è indicato il forno pubblico (col n. 59).
Si tenga presente che ai primi del Seicento il Duca Antonio Carafa, onde riscuotere nelle città da lui possedute una più sicura e consistente gabella sulla farina, istituì sia i pubblici mulini, in Andria presso Porta del Castello, (indicati in carta col n. 20) che i pubblici forni, in Andria appunto in Largo Catuma (indicati in carta col n.59).


Legenda della Pianta topografica della città di Andria, detta del 1758, con notazione distanze"

Da una prima lettura di questa tabella delle distanze appare subito evidente che sono solo due i punti di partenza delle varie misurazioni:

- dalla lettera A alla K le misurazioni partono dalla porta maggiore della Chiesa Cattedrale e, probabilmente, intendono dare una misura delle distanze di punti finali delle varie vie ricadenti sotto la giurisdizione di tale Chiesa Cattedrale;

- dalla lettera L all’ultima, la U (scritta alla latina V) le misurazioni partono dalla Porta maggiore della Collegiata di S. Nicolò e, conseguentemente intendono indicare una misura delle distanze di punti finali delle vie ricadenti sotto la giurisdizione di questa Chiesa Collegiata.

Quanto sopra dà adito a pensare che la pianta sia stata elaborata alfine di assegnare o comunque indicare le zone di giurisdizione pastorale delle uniche due chiese che, al tempo, potevano somministrare i sacramenti propri di una Parrocchia.
In mancanza di un documento ufficiale che lo attesti, non è azzardato affermare che sia stato Mons. Ferrante il committente di questa pianta (sulla base di una precedente?), in quanto, dalla sua sotto citata relazione  del 30 aprile 1760 allegata alla “Visita ad limina”, si ricava che egli l'abbia inviata a Roma, in “exemplum authenticum” per la divisione in Parrocchie, onde sanare le liti che intercorrevano tra il Capitolo Cattedrale e quello di S. Nicola sulla cura delle Anime.
Ecco infatti cosa scrive:

Postremum post diuturnam factorum, et hinc inde prætensorum jurium disceptationem, die decima Februarii elapsi anni 1759. prodiit omni veneratione dignissimum istius Sacræ Congregationis Rescriptum, quo inter alia dignitate sunt Em.æ V.[est]ræ præcipere, ut quoad exercitium Curæ Animarum tantum fieret a me divisio Parochiæ, approbanda tamen ab ista Sacra Congregatione.

… … …

Porro implorata Divina ope, et salva semper confirmatione, et approbatione, vel moderatione facienda ab Em.is V.[est]ris, divisionem mihi demandatam feci per decretum latum et pubblicatum die sexta proximè elapsi Mensis Iulii 1759., cujus exemplum authenticum cum debita obsequentis animi testificatione ad istam Sacram Congregationem, unà cum prædicta mea Relatione transmisi.
… … …

Infine, dopo una lunga controversia giuridica sia dei fatti che delle pretese, il 10 febbraio 1759 da questa Sacra Congregazione fu emessa la risposta giuridica degna di ogni rispetto, nella quale sono le Vostre Eminenze, tra le altre dignità, a prescrivere che, in merito al dovere della cura delle Anime appena io avessi realizzato la divisione della Parrocchia, essa sarebbe stata approvata da questa Sacra Congregazione.

… … …

Poi, implorato l’aiuto divino, sempre sottoponendo alla conferma, approvazione o modifica delle Eminenze Vostre, ho attuato la richiesta divisione tramite decreto, steso e pubblicato nell’appena trascorso 6 luglio 1759, il cui disegno autentico con la dovuta attestazione di obbedienza ho trasmesso a questa Sacra Congregazione insieme alla predetta mia Relazione.

Le due date dichiarate nel documento, l'una di autorizzazione alla divisione e l'altra di attuazione della stessa, potrebbero evidenziare l'intervallo di tempo in cui la pianta è stata realizzata o (altrimenti) ne è stata solo annotata una preesistente per indicare i confini della divisione delle parrocchie; cioè tra il 10 febbraio ed il 6 luglio 1759.


Ulteriori approfondimenti sulle piante della Città di Andria è possibile leggerli
- nel su citato studio dell'arch. Vincenzo Zito, "Le antiche piante topografiche di Andria", in "appunti storici di resistenza", fasc. 6, agosto 2021, pubblicato sul sito andriantica.altervista.org (consultato il 12/12/2021).
- in una ricerca dell'ing. Riccardo Ruotolo "La forma della Città", in “ANDRIA – Escursione nella città dall’anno Mille al Milleseicento ...”, Grafiche Guglielmi, 2023.

NOTE   

[1]