Cappellone S.Riccardo

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L'armadio delle Reliquie

Mons. Luca Antonio Resta, nel sotto citato Direttorio della Santa Visita fornisce alcune informazioni sulle reliquie presenti nella Cattedrale a fine Cinquecento (il 1586, anno della visita citata nel testo):

In illis Ecclesijs, in quibus Sanctorũ Reliquiæ erunt, statim completa Visitatione præmissa Sacramentorum, expediet prius Sanctorum Reliquias visitare, antequam maioris Altaris, ac Ecclesiæ visitatio fiat; ac præcipue, si huiusmodi Reliquiæ super Altare maius conserventur, sicuti in nostra Andrien Ecclesia, in qua mille, & trecentæ Reliquiæ plus minus, partim conspicue reclusæ, & apparentes in Icona, partim vero in Sacrario invasibus, & thecis argenteis, & eburneis margaritis ornatis, portatilibus conservantur: quarum omnium à nobis index libellus est confectus, quoniam prius non erat, & in Libro Visitationis descriptus, & in fine Novi Officij, & Missæ Sancti Ricardi primi Episcopi Andrien, per nos compositi, & iussu Fel. Mem. Sixti PP. V. Romæ ad nostram instantiam impressi, imprimi Alphabetico ordine curavimus, ad perpetuam memoriam; ut fieri convenit, ac rationi consonum est.

[tratto da "Reliquiarum Sanctorum visitatio. Cap. XVIII." in "Directorium Visitatorum, ac Visitandorum ...", di Luca Antonio Resta,  - , Extypographia Guielmi Facciotti, Romæ, 1593, pag.35.]

In sintesi, per quel che concerne la Cattedrale di Andria, il Resta afferma che le circa mille e trecento reliquie presenti sono in parte conservate sull'Altare maggiore, parte nell'apposito Sacrario [che a pag. 56 dichiara presente in sacrestia]; di tali reliquie egli per primo ha redatto un libro con indice alfabetico, ed anche il nuovo Ufficio e Messa del primo vescovo di Andria S. Riccardo con l'imprimatur del papa Sisto V, di felice memoria.

Nello stesso anno 1586 pubblicò in Roma per i tipi di Iacobo Ruffinello l' “Officium Sancti Richardi Primi Episcopi Andriensis ...” in calce al quale aggiunse una “descriptione Reliquiarum quæ in Ecclesia Cathedrali eiusdem civitatis asservantur” intitolando tale indice “Reliquiarum quæ conservantur in Ecclesia Cathedrali Andriensi”.

Il Resta successivamente, nella sua relazione sullo stato della Chiesa di Andria a lui affidata, inviata a Roma per la triennale "visita ad limina" (Apostolorum Petri et Pauli) il 10 Maggio 1590, in merito alle reliquie presenti in Cattedrale, ribadisce la loro numerosità:

Reliquie S.[anct]orũ quæ usque ad mille et trecenta ascendunt decenter et recte servantur tam in icona altaris cũ specillis vitreis quam intus Sacristiam in thecis argenteis vel ligneis deauratis devoteq[ue] et reverenter populo exponuntur venerandæ ipso Ep.[iscop]o demandantur inter quas … corpus S.ti Ricardi p.[rim]i Ep.[iscop]i Andriensis propria ap.a servatum tamq[ue] patrono Civitatis officium propriũ auth. Ap.ca imprimi curavi …".

testo del 1590 tratto dalla Visita ad Limina del Vescovo L.A.Resta sulle reliquie

Questo secondo testo infatti sinteticamente dice:
"Si conservano ordinatamente oltre mille e trecento reliquie, alcune nell'armadio-quadro dell'altare con specchietti di vetro, altre in sacrestia in teche d'argento o di legno dorato, decorosamente esposte al popolo per la venerazione; tra esse c'è il corpo di San Riccardo, primo vescovo di Andria e patrono della Città, conservato in un proprio arcosolio, e per il quale ho curato la stesura approvata dell' "ufficio proprio" ... .

armadio delle reliquie: Cristo sull'anta sinistra armadio delle reliquie: la Madonna sull'anta destra
[Cristo sulla Città di Andria e la Vergine sulle Campagne - elab. elettr. su foto di Sabino Di Tommaso - 12/11/2011]

Ai primi del novecento in “Monografie Andriesi” il Merra riporta l'elenco, tradotto, delle reliquie compilato da mons. Resta e così descrive il reliquiario,allora posto nel Cappellone di San Riccardo:

Attualmente si vede il Reliquiario, diviso anche in tre parti, ciascuna delle quali è alta palmi 9 [m 0,265*9=m 2,40~], e larga 5 [m 1,30~]. Quella di mezzo è infissa nel muro, entro una cornice di marmo, dietro il maggiore altare del Santo Patrono; mentre le altre due chiudonsi l'una sull'altra sopra quella di mezzo.
Sulle due porte [dell'armadio delle reliquie] sono dipinte due Immagini a fondo d'oro, alla greca. Su quella di fuori si vede il divin Salvatore, seduto sulle nubi, col libro dei sette suggelli, chiuso ai piedi, con il globo sormontato dalla croce, nella mano sinistra, e con la destra alzata in atto di benedire, unendo il pollice coll'anulare alla maniera dei greci.
Su quella, che resta chiusa, si vede dipinta, anche a fondo d'oro, la B. Vergine d'un sembiante assai bello, e con una corona sul capo. Sta pure seduta sulle nubi, con la sinistra poggiata sul petto, e con la destra in atteggiamento di indicare la terra, che pare affettuosamente raccomandare al cielo. Ognuna di queste due porte laterali ha nel suo interno 483 Reliquie di Santi, chiuse entro altrettante teche sferiche di ottone dorato, con innanzi delle laminette di finissimo osso trasparente, che fa le veci di cristallo. Nei riquadri, formati da questi occhielli, vi sono dei vaghi ornati di ottone, tramezzati da pietre di vario colore, di bello ed elegante effetto.
Il terzo armadio è formato da tante nicchie di legno dorato, ed in esse attualmente si conservano 37 teche di legno parimente dorate, in forma di tempietti gotici, e di altri vaghi disegni. Vi erano pure dei busti, anche dorati, di parecchi Santi, con in petto le proprie Reliquie; ma nell'adattarsi questo Reliquiario nella parete, ove si rattrova al presente, venne segato il disotto, e distrutte tutte le nicchie, che ne contenevano i busti.

[tratto da “Monografie Andriesi”, di Emanuele Merra, tip. Mareggiani, Bologna, 1906, Vol.I pagg. 53-54].

Oggi alcune reliquie sono esposte in due armadi nella terza cappella di destra della Cattedrale, mentre le ante dipinte (databili 1487-1488 e riprodotte nelle foto di questa pagina) provenienti dal polittico - reliquiario originale, sono conservate nel Museo Diocesano.

Nei testi "Ho raccolto per voi" e "San Riccardo protettore di Andria", troviamo la seguente bella descrizione dei due dipinti su tavola (un approfondimento dell'aspetto storico-artistico è riportato in una pagina del museo virtuale), che, si è detto, erano i due scomparti mobili e incernierati del polittico che conteneva internamente le reliquie:

"CRISTO CHE BENEDICE ANDRIA distesa ai suoi piedi
È una delle due ante che chiudevano l'armadio. L'altra è quella della MADONNA.
Chiuse, formavano un grande quadro: a sinistra Gesù che benedice Andria, a destra la Madonna che stende sulla città la sua materna protezione; sotto, l'Andria del duca Del Balzo, da porta S. Andrea alla Cattedrale, al castello ducale, (sotto Cristo), alla campagna (sotto la Madonna).
Le due ante, accostate formano un capolavoro, sia per la composizione mirabile ed armoniosa dell'insieme, sia per la composizione dei particolari: il Cristo seduto in trono, che poggia i piedi sul libro della scrittura, disteso come un tetto protettore come un sole irradiante sulla città; la Madonna in atteggiamento di preghiera implorativa verso Cristo e di materna protezione sulla città e le sue campagne; la città bellissima, distesa nella composta e dignitosa monumentalità, ... alla dimensione silenziosa della campagna."
particolare della città di Andria nella tavola del Cristo
[panoramica della Città nella tavola del Cristo - elab. elettronica su foto di Sabino Di Tommaso - 12/11/2011]
"Questa nitida veduta di Andria fu certamente dipinta dal vero. La Cattedrale, accanto alle dimore fortificate dei Del Balzo, è punto di convergenza di tutto il dipinto. La facciata volge ad Occidente e l'asse guarda - simbolicamente - a Oriente: e verso di essa salgono le case lungo la collina andriese protette dalle mura fortificate.
Si osservino le due Chiese conventuali dei Del Balzo, i comignoli; sulla destra estrema: le torri, le vedette, il piccolo castello, che proteggono le case più grandi.
"
Gli anni di Francesco II Del Balzo coincidevano con quelli in cui fioriva a Napoli l'Umanesimo promosso dai Re Aragonesi.
... alla nostra Città sono rimaste, di quella spledida stagione, le due grandi Tavole dipinte che il Del Balzo - con il Vescovo Florio - destinò a ornare la Cappella di S. Riccardo che si costruiva in quegli anni, per far corona, con i bassorilievi, all'altare del Santo
Attribuite nel 1964 ... a Tuccio d'Andria, esse si sono poi rivelate opera di un Maestro meridionale di più alto livello che, in collaborazione con Tuccio rivela in pieno certa cultura che fonde modi italiani, fiamminghi e persino francesi, come in seguito ha chiarito il D'Elia in uno studio disteso e puntuale sui due Dipinti andriesi; la cui presenza in Andria non suggerisce altro committente che Francesco II Del Balzo, Duca di Andria così strettamente legato alla Corte napoletana e cioè a quell'ambiente di cultura "mediterranea" in cui il decorativismo tardo-gotico borgognone (con i suoi riflessi catalani) e la minuta indagine naturalistica dei fiamminghi si fondevano con il nuovo senso prospettico e volumetrico del Rinascimento."

[testi stralciati
- dal libro "Ho raccolto per voi" di Giuseppe Lanave, edito da Grafiche Guglielmi, Andria, 1994, pagg. 15, 17, 21;
- dal libro "San Riccardo protettore di Andria" di Giuseppe Lanave, edito da Grafiche Guglielmi, Andria, 1989, pagg. 133, 137, 139]

armadio delle reliquie: le teche poste dietro una delle due ante  reliquie ora esposte in armadi nella terza cappella di destra
[a sinistra: celle delle piccole reliquie tonde dietro una delle due ante; a destra: alcune reliquie attualmente esposte nella 3^ cappella destra]