la Chiesa nel sec. XIV

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La Chiesa di S. Agostino in un dipinto di fine Quattrocento
[Il lato Sud della Chiesa di Sant'Agostino, presso le mura derlla Città, in un dipinto di fine Quattrocento]

ricostruzione virtuale della Chiesa nel sec. XIV

La Chiesa fino al secolo XIV

Nel particolare del dipinto su tavola [foto sopra], riproducente la Città di Andria ai piedi del Cristo Redentore, è chiaramente individuabile, presso le mura Sud, la Chiesa di Sant'Agostino con i due finestroni ogivali che su questo lato illuminavano l'interno. Non è visibile il convento che si estendeva tra la chiesa e le mura, forse perché era più basso delle stesse.
La ricostruzione elettronica, realizzata utilizzando suggerimenti  grafici di esperti e foto scattate in varie epoche, vuole mostrare le strutture essenziali esterne della Chiesa di Sant'Agostino prima del 1350, quando era ancora dedicata a San Martino, e non erano iniziati i lavori di ricostruzione avviati dagli Agostiniani probabilmente nel 1358 e portati a termine nel 1463, con la sua consacrazione e dedicazione a Sant'Agostino, e non dimenticando comunque il completamento del tetto avvenuto successivamente nel 1493.
Analizziamo con ordine alcuni elementi strutturali, cercando di attribuire loro un periodo storico ben preciso. A tale scopo introduciamo l'analisi riportando uno studio della Calò Mariani, tratto da "La Scultura in Puglia durante l'età sveva e proto-angioina", nel libro sottocitato:
"Nella chiesa di Sant'Agostino di Andria, - dal 1230 circa al 1358 appartenente all'Ordine Teutonico con l'antico titolo di chiesa del Salvatore e dei Santi Leonardo e Nicola - il portale maggiore, espanso e riccamente ornato, accoglie nella nitida lunetta, in rigida simmetria, Cristo fra San Leonardo e San Nicola e due angeli. Per il taglio acuto dei molteplici archivolti lievemente digradanti e per la cornice cuspidata che li recinge, esso si accosta alla tessitura dei portali interni di Castel del Monte o di quelli della cattedrale angioina di Lucera, anche se, nel gusto di dilatare e distendere in superficie, gli elementi strutturali e decorativi, risuona l'eco di soluzioni abruzzesi.
Particolare risalto assume il motivo nastriforme includente piatte formelle quadrate, ornate con entrelacs [=intrecci] e fiori di vario disegno: esso ritorna, ancora in Andria, nel portale della chiesa di San Francesco e, più volte, a Bitonto (ad esempio nel portale di San Francesco d'Assisi). La porta nord ripete, semplificata, la struttura di quella principale. Lo stemma recante un bue, che vi appare scolpito, è riferito al bitontino Sergio Bove che sul finire del secolo, essendo re Carlo II, finanziò la costruzione della chiesa di San Francesco a Bitonto.
stemma svevo sul portale laterale
La presenza di due aquile sveve scolpite a bassorilievo sul portale laterale ha suggerito, per la riedificazione della chiesa, una datazione al 1230-1240, negli anni in cui era gran maestro dell'Ordine Herman von Salza (Von Holst, 1976). Nel rilievo secco e minuto, nella traduzione grafica e stemmante dei partiti vegetali (l'apice ricurvo delle foglie è ridotto a una cifra metallica) e delle stesse figure riconosceremmo, invece, contiguità più palesi con la produzione scultorea d'età angioina (a Lucera, ad esempio, o a Bitetto)."
[Maria Stella Calò Mariani in "La Scultura in Puglia durante l'età sveva e proto-angioina" da "La Puglia fra Bisanzio e l'Occidente" Electa Editrice, Milano, 1980, pag.300]

Particolari architettonici che possono senz'altro essere riportati le periodo teutonico-svevo sono: il pregevole portale gotico con i due leoni stilofori (come su quello della vicina Cattedrale di Altamura) i due stemmi con l'aquila ad ali spiegate posti immediatamente sopra il portale laterale, l'inserzione delle due colonne granitiche nei due angoli della facciata, nonché le due monofore, probabilmente strombate come quelle che sul lato opposto prendevano luce dal chiostro interno. Nella foto sottostante sono visibili in parte le due monofore ancora presenti sul lato sud, soffocate ed occluse dagli ampliamenti e ristrutturazioni realizzati dagli Agostiniani tra la fine del Trecento ed il Quattrocento.
2 finestre ogivali trecentesche e una rettangolare del lato Sud (verso il chiostro)
[Lato Sud esterno della Chiesa - elaborazione elettronica su foto dell'arch. R. Sellitri - 2010]
le due colonne granitiche angolari della facciata

Sono invece da considerarsi con certezza del periodo angioino, e precisamente del buon governo dei Del Balzo, le due colonne del sagrato (o almeno quella che ne riporta lo stemma) e il portale laterale.

Il portale laterale ha nell'apice la scultura di uno scudo angioino, riportante i classici gigli; nell'angolo sinistro dell'arco lo stemma della città di Andria con un leone rampante, nell'angolo destro un bue, firma dell'architetto Sergio Bove, bitontino di origine ravellese, che operò in Puglia nella seconda metà del XIII secolo. L'insegna del bue non deve essere confusa con quella di mons. Angelo Florio, vescovo di Andria  dal 1477 al 1495.
Il suddetto scudo - emblema angioino (foto in basso, al centro) scolpito nella chiave del portale, probabilmente è ivi collocato in base ad un mandato di Carlo II d'Angiò del 23 gennaio 1302, norma che obbligava le Chiese di giuspatronato angioino ad apporre detta arma regale sulla loro porta, ed anche a dipingerla per evidenziarla.

Mandatum quod inquiratur de omnibus Ecclesiis quarum ius patronatus ad Curiam spectat, et mittatur informatio sub armorum indiciis ad florem de lisa, insuper liminaribus designatur, in aliis autem scutum ipsorum armorum insuper liminibus ipsis ad evidentiam superpingi.
Sub die 23 Ianuarii 15 Indict. [1302].

La colonna destra del sagrato riporta sul capitello nel lato verso la piazza lo scudo bauciano (foto in basso, a destra): in esso in alto a sinistra sono scolpiti i sei gigli angioini, a destra la stella a sedici raggi (per la leggendaria discendenza da Baldassarre, uno dei re magi) e sotto due stelle a otto punte sovrastanti un B, iniziale appunto del cognome Balzo.

Probabilmente quindi il portale laterale ogivale fu montato (forse su una preesistente porta dell'antica chiesa) ai tempi di Beltrando del Balzo o del figlio Francesco I del Balzo, nell'epoca comunque in cui operava l'architetto Sergio Bove [1]; il capitello angioino sulla colonna del sagrato potrebbe essere stato posto in un periodo più ampio, tra l'ultimo quarto del XIV secolo e il passaggio del potere a Federico d'Aragona.

Purtroppo non ho ancora trovato una spiegazione per le finestre rettangolari presenti sulle pareti laterali e (le due) nella facciata (oggi murate come quelle ogivali). Forse quelle rettangolari sono del periodo teutonico-svevo e quelle ogivali gotiche di epoca successiva, comunque precedente la ricostruzione agostiniana?

scudo con il bue, firma dell'architetto Sergio Bove  i gigli, simbolo degli Angioini  capitello della colonna sul sagrato con lo stemma dei Del Balzo
NOTE
[1] Sergio Bove, Portulano di Puglia (1272), Procuratore di Principato e Terra di Lavoro (1273), Maestro della Zecca di Brindisi (1275), governatore della Terra di Bari, fondatore della chiesa di famiglia in Bitonto intitolata a San Matteo (1270), sepolto in un sepolcro "magno et relavato" nel vano absidale.
(cfr. Antonio Castellano, “Protomastri ciprioti in Puglia in età sveva e protoangioina”, in "Cultura e società in Puglia in età sveva e angioina", Atti del convegno (Bitonto, 11-13 dicembre 1987) a cura di Felice Moretti, Bitonto 1989, pp. 277-278).
In merito agli incarichi ed al prestigio del personaggio Sergio Bove scrive a fine Seicento Biagio Aldimari nel testo sotto citato:
Sergio Bove di Ravello và in Firenze per la Corte nel 1272. L’anno prima era padrone di una Nave: Nel 1274. Jacopo Bove suo figliuolo habitante in Bitonti.
Sergio Bove di Ravello habitante in Bitonti nel 1274 impronta al Rè Oncie 200. Nello stesso anno Cittadino di Bitonti Commessario della Zecca di Brindisi nel 1275. Nel 1272 affitta dalla Regia Corte la decima del Oglio in Bitonti. Nel 1273 Mastro Portolano, e Procuratore di Principato, e Terra di Lavoro. Fra le Famiglie, che nel 1275 prestarono denari al Rè Carlo I è la Famiglia Bove di Ravello. …
La Famiglia Bove di Ravello habitante in Bitonti tiene feudi in Bitonto nel 1299. … . Sergio Bove di Bitonti paga nel 1310 il relevio delli beni feudali, che tiene in Bitonto, alla Regia Corte. …
[tratto da “Memorie historiche di diverse famiglie nobili, così napolitane come forestiere, ...”, di Don Biagio Aldimari, in Napoli, stamperia G. Raillard, 1691, pp. 604-606.,
dall’originale della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, digitalizzato da Google]