S. Sofia - la Madonna

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l'affresco di Santa Sofia (?) in cornice d'argento

Madonna dell'Alto mare

Affresco che denomina la cripta 

L'affresco fu estratto della sua sede originaria e, incorniciato, fu situato sull'altare del nuovo abside. Successivamente l'immagine fu incoronata e le si pose nella destra la croce e sul petto una rosa d'oro.
Attualmente il fedele  vede nel dipinto della monaca la Vergine, e ...
Ausiliatrice in ogni bisogno, l'Andriese l'invoca con fede dalla pentecoste del 1598, quando una bimba caduta in una cisterna di periferia, già chiesa rupestre, con miracolo si salvò.
Che l'affresco rinvenuto non sia la Vergine, ma una velata santa orientale, non mina affatto la devozione del popolo, che le dedica ogni martedì e accorre ai suoi piedi, quale ancora di salvezza nelle difficoltà della vita. La Santa mira il fedele con occhi rassicuranti, non s'imbroncia allo scambio, ma rafforza e riversa le preci alla divina unica invocata, Maria, stella del mare.

L'immagine, in realtà non è certamente un affresco della Madonna, ma, secondo alcuni critici, di Santa Sofia. Veste un abito monacale, nella sinistra reca la regola mentre la destra trattiene un pastorale (modificato in croce). L'ovale del viso, serio, è segnato alla maniera bizantina, sia gli occhi, a mandorla, che i tratti del naso e della piccola bocca.


Breve studio dell'affresco attraverso le leggende sulla Santa
e confronto con altre sue immagini

Un insieme di confronti figurativi e circostanze storiche invitano a consolidare l’ipotesi che l’attuale Chiesa rupestre dell’Alto mare sia stata effettivamente intitolata (almeno per un certo periodo) a Santa Sofia, martire dei primi secoli, in Italia venerata in molte città, anche a noi vicine (Canosa [BT], Gioia del Colle, Rovigo, Fermo, Sortino [SR], Ferla [SR], Zafferia [ME], Morgongiori [OR], …) e intorno alla quale santa ruotano numerose leggende.

Nella storia delle tradizioni si hanno due filoni principali:
-uno basato sulla romana Sofia, martire del 2° secolo con le tre figlie Fede, Speranza e Carità, e venerata sia dalla chiesa cattolica che da quella ortodossa,
- l’altro su diverse altre Sante Vergini di nome Sofia, martiri dei primi secoli in varie località, sia italiane che orientali.

Nella vicina Canosa si conservano pregevoli ruderi e testimonianze di una basilica (probabilmente) altomedioevale intitolata alla Santa Sofia martirizzata a Roma, come si evince da un documento canosino di una “Passio sanctæ Sophiæ, Pistis, Elpis et Agapes filiarum eius”.

Le immagini che più si avvicinano a quella del nostro affresco sono due: una statua ed una tavola:

S. Sofia - contronto di immagini

  1. - la Santa è rappresentata come una monaca con croce e libro in una statua (2ª foto) a Contursi Terme (SA), con chiesa a lei intitolata. Anche se questa chiesa era dedicata a Santa Sofia fin dal 1338, tuttavia la statua appare per molti aspetti come una riproduzione non molto antica dell’affresco di Andria (foto a sinistra).
  2. - la tavola (3ª foto) sull’altare della chiesa giubilare di Zaffaria (ME), officiata da ecclesiastici greco-bizantini fino al Cinquecento, rappresenta Santa Sofia come una nobildonna che ha abbracciato la vita eremitica, e trattiene pertanto nelle mani un libro-regola ed un grande stilo di palma.
  3. - l’ultima immagine è un frammento di affresco presente nella nostra chiesa dell’Alto-mare di Andria, dipinto che forse raccontava una scena della vita di Santa Sofia, qui abbigliata come nella tavola di Zaffaria, in stile rinascimentale.

Tutte queste immagini comunque raffigurano una monaca o una eremita, non la Vergine Maria, né tantomeno la schematizzazione della Divina Sapienza, ipotizzata da una branca della teologia iconografica e certamente valida per la Santa Sofia della Cattedrale di Costantinopoli e per altri santuari eretti in suo onore in prevalenza orientali, ma non per queste Chiese tra cui la nostra dell’Alto-mare.


Si riporta poi uno stralcio delle riflessioni che su questo affresco (pensieri di tipo prevalentemente devozionale) Don Antonio Basile ha scritto, da parroco di questa chiesa, nel giugno del 2000.

l'immagine, in bianco-nero, senza gli orpelli devozionali

L’icona di Santa Sofia.

"Il luogo nel quale fu rinvenuta l’immagine poi chiamata “Maria SS.ma dell’Altomare”, prima di essere cisterna, era stato un rifugio di eremiti alla ricerca di silenzio e solitudine per incontrare più facilmente Dio, forse una cava di tufo abbandonata e divenuta poi una Laura Basiliana, come dicono unanimemente gli storici locali. Era chiamata Laura di Santa Sofia. Ma chi è questa Sofia? Una monaca santa o la personificazioni della Sapienza di Dio alla cui guida i monaci basiliani avevano affidato la loro vita spirituale? La figura femminile in abiti monacali, con gli attributi della guida abbaziale (la Regola e il Pastorale), rendeva molto bene a livello di simbolo la volontà dei monaci eremiti di non seguire altra regola di vita che la stessa Sapienza di Dio.

Questa Sapienza increata di Dio, nella pienezza del tempo si fa carne nel seno purissimo di Maria Vergine, la quale diventa perciò “sede della sapienza”, Sapienza ella stessa. La tradizione teologica orientale, soprattutto, assimila molto spesso la figura di Maria alla Sofia: molte e grandiose chiese vengono erette in Oriente in onore della Sofia, la Sapienza di Dio e anche la Vergine Maria.

È bello pensare che gli eremiti si rifugiarono in questo luogo perchè, sotto la guida della divina sapienza e nella contemplazione ininterrotta del mistero pasquale di Gesù crocifisso, potessero raggiungere la perfezione di una vita santa. Dice infatti l’Apostolo: “Noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, noi predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio” (1 Cor 1,23-24)."


Sulla parete (inizialmente) opposta domina una crocifissione, stupenda nonostante la stratificazione degli affreschi succedutesi nel tempo.