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Chiesetta rurale di S. Lucia   La Chiesetta di S. Lucia nella serata della festa
[elaborazione elettronica su foto di Giuseppe D'Ambrosio e Enzo-Angela Di Nanni]

Disegno della chiesetta rilevato dalla pianta (modificata) della città eseguita da Francesco di Cassiano de Silva ai primi del 1700.
La navata

Chiesa rurale di Santa Lucia

A sud della città di Andria, su quella landa che s'acclivia sulla sponda destra dell'Aveldio (torrentello che, ristorando i limitrofi campi dell'agro cittadino e dissetando nel suo tragitto i vari pagi che su di esso si affacciavano, lambiva da ponente con un'ampia ansa il borgo più importante presso le grotte Sant'Andrea), ivi nel medioevo viveva una piccola comunità cristiana, in un villaggetto che dalla sua chiesetta ne mutuava il nome: Santa Lucia.  In questi ultimi secoli quel torrentello è quasi sempre in secca ed appare solo come un grande canale di raccolta dell'acqua piovana.
Scavi fortuiti, non progettati né eseguiti da esperti archeologi, ma avvenuti casualmente dissodando i campi, hanno portato alla luce nei pressi della Chiesa di Santa Lucia numerosi reperti risalenti alle più svariate epoche storiche; testimonianza questa che, la disponibilità dell'acqua, la fertilità dei campi e la dolcezza del clima per l'esposizione a mezzogiorno, nonché la relativa vicinanza della Via Traiana, facilmente raggiungibile costeggiando il torrente, sempre nei vari secoli medievali precedenti le incursioni longobarde prima ed arabe poi,  hanno favorito una cospicua residenza umana. Probabilmente gli abitanti dell'agglomerato, con quelli degli altri pagi della zona, intorno al 1046 si rifugiarono nella città che i Normanni fortificarono sul colle soprastante le grotte di Sant'Andrea.

Nell'immagine a destra vediamo, in una rielaborazione elettronica colorata, come ai primi del Settecento la Chiesa di Santa Lucia fu disegnata da Francesco Cassiano de Silva, fuori e a sud delle mura cittadine, poco lontano da Sant'Angelo al Lago.

Cristo nel sepolcro
[Cristo in pietà - foto di Sabino Di Tommaso, 2015]

L'attuale chiesetta, in parte riedificata a fine Ottocento, presenta una facciata con zoccolo in pietra sulla cui semplice porta è incavata una lunetta semicircolare, con un semi rosone in pietra elegantemente traforata. Chiude il prospetto un classico frontone ornato di peducci; a destra, sull'ingresso del corridoio laterale s'erge un campaniletto a vela.

Internamente la chiesa si compone di una ben proporzionata navata, circondata da tre fornici per lato; il presbiterio è sormontato da una cupola con lanterna e termina con una absidiola semicircolare, che ospita un moderno altare e una nicchia contenente il simulacro di S. Lucia.

Nel primo fornice di destra è affissa la scultura di "Cristo in pietà", detto anche "Cristo nel sepolcro" (foto a destra).
Una molto simile raffigurazione la troviamo in " Cristo in pietà", un dipinto su tavola (cm 40 x 30) del XV secolo, attribuito a Carlo Crivelli, con foto classificata dalla Fondazione Zeri, che localizza il dipinto originale in una Collezione privata di New York.
Bisogna comunque soprattutto tener presente che nella Chiesa di S. Maria Vetere in Andria un "Cristo in pietà", anch'esso del XV secolo, era presente nel Polittico di Antonio Vivarini; una parte di questo pregevole polittico, tra cui la detta tempera su tavola del Cristo morto (cm 68 x 47) si trova attualmente nella Pinacoteca "Corrado Giaquinto" di Bari.
Su quest'opera scultorea è dedicata una pagina nel percorso museale virtuale di questo sito.

l'absidiola della chiesetta di Santa Lucia
[L'absidiola - foto di Enzo-Angela Di Nanni, 2015]

Alcune notizie storiche possiamo estrarle da alcuni libri dell'Ottocento.
Scrive Mons. Emanuele Merra nelle sue Monografie Andriesi:

... La conservazione di questa Chiesa, dopo tanti secoli, troppo chiaramente dimostra che la devozione alla Santa Vergine e Martire di Siracusa si è sempre viva mantenuta nel cuore degli Andriesi. Fin dai più remoti tempi questa Chiesa aveva un beneficio di libera collazione del Vescovo, con l’annuo reddito di lire 13,27, che si ritraeva da quindici ordini di terreno ad essa contiguo. Il beneficiato non sentiva altro obbligo se non quello di far celebrare una messa il giorno sacro a Santa Lucia. Ai 23 settembre 1697, Mons. D. Andrea Ariano essendosi portato a fare la santa Visita a questa Chiesetta, la trovò aperta, spogliata di tutti gli ornamenti, e povera! Per la qual cosa sottopose al sequestro le rendite del beneficio, che allora si esigevano dalla Commissione della Reverenda Camera Apostolica, affinché vi si facessero le opportune riparazioni.
Nel 1698, questo beneficio era posseduto da un Sacerdote della Collegiale di San Nicola, D. Ettore Malex. Questi avendo trovata la Chiesetta mal ridotta, curò, dietro istanza di Monsignor Vescovo, di rimetterla in onore, con le oblazioni dei devoti. ...
...Ai 14 agosto 1829, Mons. Vescovo D. Giambattista Bolognese, a causa d’una rovina, avvertita in questa Chiesa, avanzò istanza presso l’Amministrazione Diocesana, perché vi si facessero le opportune riparazioni. Il ministro incaricato per tali affari, dietro parere dell’architetto Vincenzo Matera, dava, nell’istesso anno, i desiderati provvedimenti.
Nel 1859 Mons Vescovo Longobardi, a spese della medesima Amministrazione, ne faceva ricostruire il prospetto già diruto, faceva lavorare un’altare di marmo, che poi ebbe altra destinazione, ed una statua in legno della Santa, che fu in parte pagata dai devoti.
Venute le leggi sovversive del 1867, anche questo piccolo beneficio fu soppresso, e la Chiesa restò senza culto alcuno! Se non che ecco apparire alquanti zelanti cultori della Vergine e Martire Siracusana, i quali spiegarono tutto l’impegno per ravvivarne l’antica devozione. Alla Chiesa mancava la Campana, ed essi nel 1889, la facevano fondere a proprie spese. L’Illustrissimo e Reverendissimo Mons. D. Federico Maria Galdi, Vescovo di Andria, solennemente la benediceva nell’Oratorio della Cattedrale, facendo da Patrino l’egregio giovinetto sig. Onofrio Jannuzzi.
A sempre più ravvivare il culto della Santa, nel 1890 a devozione dei fedeli, venne ingrandita una metà della Chiesetta, e l’ing. Cav. Riccardo Ceci l’arricchì a proprie spese d’un vago altarino di marmo, che s’innalza sotto una svelta cupoletta dal medesimo disegnata. A memoria di tutto ciò fu murata la seguente iscrizione:
AFFINCHÉ IL CULTO DELLA V[ergine]. E M[artire]. S. LUCIA
SEMPRE PIÙ NEGLI ANDRIESI RIFIORISSE
ESORTATORE IL PARROCO MICHELE CAPRARO
LIRORIO BIANCOLILLO   NICOLA ZACCARO
LUIGI COTAZZI E LEONARDO MOSCATELLI
PASSIONATISSIMI DELLA SANTA
COL LORO ZELO E LE OFFERTE DEI DEVOTI
INGEGNERE IL CAV. RICCARDO CECI
PASQUALE CAGGIANO MURATORE
QUESTA ANTICA CAPPELLA
SUPERSTITE AL DISTRUTTO VILLAGGIO OMONIMO
INGRANDIRONO ED A PIÙ ELEGANTE FORMA RIDUSSERO
L’ANNO DEL SIGNORE 1898
Finalmente nel 1905 il Cav. Riccardo Ceci fu Diodato munificamente rifece a sua devozione la prima metà della Chiesetta.

 [testo tratto da "Monografie Andriesi" di E. Merra, Tip. Pontificia Mareggiani, Bologna, 1906, Vol.II, pagg. 219-225]

la chiesa di Santa Lucia, nel giorno della sua festa: 13 dicembre
[elaborazione elettr. su foto di. S. Scamarcio - 13/12/2010]
Attualmente, 2011, il rettore della chiesa è Don Geremia Acri.
La chiesa è aperta per il culto ogni domenica pomeriggio (nei mesi estivi dalle ore 18:30 a circa le 19:30) ed il 13 di ogni mese (dalle ore 17:30 sino a circa le 19:30).
Il 13 ed il 14 dicembre si svolge la festa annuale, organizzata da un comitato presieduto attualmente da Savino Scamarcio, con una partecipazione incredibile di fedeli, illuminazione, processione e fuochi artificiali.
La foto a lato è stata scattata durante la festa del dicembre 2010.