il convento

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ingresso al chiostro del convento
[Complesso Chiesa e Convento, ora Biblioteca "G.Ceci"; interno ingresso al ex-chiostro - elab. su foto 1, Sabino Di Tommaso 01/2016; 2, arch. R. Sellitri - 2011]
accesso dal convento alla chiesa (e al pulpito)
[elaborazione elettr. su foto di. R. Sellitri - 2011]
disimpegno per il coro e la cantoria
[elaborazione elettr. su foto di. R. Sellitri - 2011]

Il chiostro interno
ambienti d'ingresso e di servizio alla chiesa

Nell'Ottocento dalla porticina aperta sotto il capaniletto a vela si entrava nell'androne d'ingresso ricavato dal camminamento coperto del chiostro interno al convento; tale corridoio era diviso in due parti da un tramezzo in muratura (vedi pianta), la parte al di là del quale, con i locali adiacenti, era destinata a sagrestia.
Gli ambienti sulla destra entrando allora erano usati dalla Congregazione di Carità, oggi sono adibiti ad ufficio parrocchiale; quando c'erano gli Agostinani era la foresteria del convento.

Nella foto a sinistra è ripreso un accesso alla navata della chiesa, mentre l'apertura superiore permetteva al predicatore (attraverso una scala non più esistente) di accedere al pulpito di fine Settecento. Si osserva abbastanza agevolmente che l'arco ribassato di tale accesso alla chiesa è una ristrutturazione effettuata sotto il precedente a sesto acusto più alto, che dal convento immetteva nella chiesa con maggore solennità ed eleganza prima degli sconvolgimenti operati  nel suddetto periodo barocco.

Nel disimpegno (foto a destra) che dal chiostro dava al coro e, attraverso una scala, alla cantoria sono ancora visibili parte degli affreschi ottocenteschi (sotto il tondo affrescato sulla parete d'ingresso si legge 1882) che decoravano le pareti e la volta; nella vita conventuale questo ambiente era l'armarium, dove i frati riponevano i libri usati quotidianamente nel coro, per le preghiere o la meditazione..

La foto sottostante mostra un ambiente rettangolare dall'architettura prettamente rinascimentale, evidenziata da una pregevole volta a schifo lunettata, simile a quella (a padiglione) esistente nell'abside della cattedrale o all'altra nella sala del tronetto del palazzo ducale.
Al centro del soffitto uno stemma riporta la data 1570, similmente ad un analogo ambiente esistente nel complesso monastico di San Francesco, che, realizzato anch'esso con una volta a schifo, presenta centrale nel soffitto lo stemma francescano e la data del 1556.
Sulla parete di fondo sotto un arco a tutto sesto, si nota (dietro la statua di sinistra) un'apertura murata che immetteva nell'altro chiostro, quello coperto a est della Chiesa (vedi pianta). Questo locale un tempo era probabilmente la sala capitolare.

ambienti di servizio alla chiesa
[ingresso all' "armarium" e sala con volta a schifo - elab. su foto dell'arch. R. Sellitri - 2011]

Sulla parete sinistra dell'elegante ambiente con volta a schifo che affianca la sacrestia c'è una nicchia nella quale nel secolo scorso c'era una vasca scolpita sulla faccia anteriore (foto qui sotto): sotto una greca geometrica di una sequenza di bolle in doppia cornice, tra un insieme di archetti è raffigurato, centrale, un vescovo su una nuvola il quale, mentre con la destra benedice, con la sinistra regge la Chiesa; ai suoi lati due teste di angioletti con uno zampillo tra le labbra; agli estremi due ampie foglie di acanto. Quando la vasca era in questo ambiente aveva sotto una elegante colonnina, come può vedersi nella (scadente) copia della foto del 1936, pubblicata sul giornale "Squillate, o campane! ..." in occasione dell'inaugurazione del nuovo campanile; attualmente (2015) questa vasca è collocata nel cortile dell'episcopio.

stemma lavabo del celebrante prima della messa
[le stemma della volta a schifo e la vasca - elab. elettronica su foto di Sabino Di Tommaso - 11/2010]

Qui sopra è riprodotto, con la vasca scolpita, lo stemma dipinto nella volta a schifo del su citato ambiente: negli angoli in alto è scritto S A (iniziali di S: Agostino), in quelli in basso una data 15   70.

Quasi tutto l'antico Convento agostiniano è dal 2012 la sede della Biblioteca Comunale "Giuseppe Ceci".

Nel camminamento coperto Est del primitivo chiostro, dopo l'elegante ambiente con la volta a schifo su illustrato, ce n'era un altro altrettanto elegante, illuminato da due deliziose bifore gotiche aperte nel cortile d'oriente, (locale che nell'Ottocento era nella disponibilità della Congrega di Santa Monica ed oggi, come parte della Biblioteca Comunale, è utilizzato come sala studio "Farinelli" - particolari nelle foto sotto); attualmente questo ambiente ha tali finestre murate e una di esse non conserva traccia dei conci intermedi caratteristici di una bifora.
La sala con volta a schifo, questa con le bifore e quella intermedia erano certamente utilizzate nella vita conventuale come sala capitolare, scriptorium-biblioteca-studio e locutorium.

bifora sul lato Est del chiostro
[Convento: particolari dell'attuale Sala Studio "Farinelli" della Bibl. "G.Ceci" - foto di Sabino Di Tommaso - 04/2015]


La zona "sub divo (coelo)" del chiostro aveva al centro un'ampia cisterna con un'antica vera e ai tempi del Borsella (1770-1856) era lastricato di ciottoli marini; egli, nel testo sotto citato, scrive che in una cisterna del convento (probabilmente in questo cortile) fu rinvenuta una lapide (il D'Urso nel 1841 scrive "di fresco trovata") che testimoniava l'erezione del complesso conventuale ad opera del "Belligerus ordo", cioè dei Cavalieri Teutonici, struttura che successivamente (nel 1358) divenne eremo agostiniano. Di tale lapide oggi non v'è più traccia.

"Dal qual tempo (teutonico) la chiesa venne occupata nel 1387 dagli Agostiniani calzi sotto il pontificato di Urbano VI. Confermasi ciò da una lapide rinvenuta in una cisterna con questi versi:

Belligerus ordo deo haec struxit templa sacrata,
Inque aegris curam struxit et ille domum
His deinde pulsis, pietas suprema Dinastae
Fratribus eremi haec ipsa colenda dedit
Ut fidei nitor, et sanctae observantia legis
Cresceret, et staret. Principis altus amor.

Lo stesso autore, in fine, aggiunge che sul pozzo ai suoi tempi c'era una iscrizione del 1709; ciò farebbe ipotizzare che tale data sia l'epoca della ristrutturazione del pozzo, e forse della rimozione della precedente lapide che ricordava l'erezione ad opera dell'Ordine degli Ospedalieri (Teutonici).

"Per servire alla diligenza aggiungiamo, che in mezzo al chiostro scoverto, lastricato di ciottoli marini, a foggia di mosaico, vi è un pozzo con questa iscrizione:

Baccelliere Domenico Buonpiè Priore d'Andria 1709,
vedesi lo stemma dell'ordine, cioè un cuore trafitto da un acuto dardo."

[tratto da "Chiesa di Sant'Agostino" in " Andria Sacra" di G. Borsella, tip. F.Rossignoli, Andria, 1918, pag. 153]

la zona sub divo del chiostro, oggi di pertinenza della biblioteca comunale
[zona sub divo del chiostro, oggi di pertinenza della biblioteca comunale; al centro il chiusino pluviale dov'era l'antica cisterna - foto di Sabino Di Tommaso - 09/2017]