il presbiterio

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presbiterio
[elaborazione elettronica su foto di Sabino Di Tommaso - 02/2020]

Il presbiterio

Si accede al magnifico presbiterio dall'ampia navata per una marmorea balaustrata e, superata la mensa eucaristica, nell'abside si resta stupefatti dalla bellezza dell'altare settecentesco del marmoraro estense Antonio Corradini. Alzando lievemente lo sguardo s'incontra un seicentesco quadro del Santo in una struttura a tempietto. Ai lati dell'abside due grandi affreschi: a destra Salomone, a sinistra Ester.
Alzando ancora lo sguardo si ammira la volta a cupola tra due maestosi archi poggianti su snelle colonne.
Sulle pareti che precedono l'abside sono affissi quattro dipinti ovali, due per lato; a sinistra, poi,  è situato un organo moderno mentre sulla destra è incastonato lo stupendo insieme marmoreo della dispensa.
Al suo fianco in un'altra nicchia è allogato il busto processionale di San Nicola.

Per le vicende storiche si riportano i testi di vari autori.
Racconta il Pastore:

"Cessata pertanto la pestilenza, il Duca Fabrizio in rendimento di grazie, e sodisfazion di voto fatto al Patriarca S. Nicola, per esser'egli, e tutta la sua Famiglia scãpati dal formidabile flaggello, fe' costruire quella macchina di legno indorato, adattandola per l'altar maggior coll'Immagine di S. Nicola nella sua chiesa, l'organo col suo orchesto, e'l soffitto del Presbiterio, che sin'oggi sono in durata: indicandocelo il numero segnato in esso 1657.
Il Vescovo D. Ascanio Cassiano, che fu superstite, e libero rimase dal contaggio, non durò molto tempo a sopravivere, Egli diè il suo tributo alla morte nel dì 12 del mese di Giugno di quest'anno 1657
"

[tratto dal manoscritto  “ Origine, erezione e stato della Colleggiata Parrocchial Chiesa di S. Nicola … .” del Prevosto Pastore, foglio 45r.]

Nel novembre del 1694 mons. Triveri viene in Visita Pastorale e trova il Presbiterio con soffitto a lacunari dorati; scrive

Presbyt[er]iũ ... est autẽ laquearibus ligneis pulchér deauratis op[er]tũ, sed in eodẽ a p[ar]te epistolæ est parva fractura.

Quattro anni prima nel luglio del 1690 mons. Vecchia conduce la sua Vista Pastorale e sotto l'organo pensile allora eretto sulla sinistra tra la seconda e terza cappella vede una lapide posta a memoria della (ri)consacrazione della Chiesa avvenuta nel 1629. Probabilmente il soffitto a laqueari dorati visto da mons. Triveri era stato fatto poco prima di quel 1629 scritto nella lapide di riconsacrazione della Chiesa vista da mons. Vecchia.
Quest'ultimo testualmente scrive:

Visitavitq[ue] petrã eã qua adest memoria consegrationis Eccl.[esi]æ de anno 1629 sistentã subtus Organũ intus Cappellã S.mi Crucifixi, et S. Nicolai.

testo della visita pastorale   

Considerando che nel 1629 era vescovo della Città mons. Alessandro Strozzi (vescovo di Andria dal 1626 al 1632), tale riconsacrazione fa pensare che in quel tempo furono eseguiti rilevanti lavori di ristrutturazione con un impegno del vescovo tanto importante, da giustificare la lavorazione e la presenza del suo stemma lapideo, attualmente collocato sul muro esterno della probabile antica sacrestia delle confraternite, oggi ambiente di servizio a sinistra della Chiesa.


Nel 1748 le opere del presbiterio vengono ammodernate, utilizzando il lascito del canonico Ponzio della Real Chiesa di S. Nicola di Bari. Il Pastore, in detto manoscritto, al foglio 59, narra le modifiche attuate:

"In quest'anno 1748 trovandosi presso il Deposito di questo Collegg.o congregata, e custodita una somma di più migliaia di ducati, ritratto del Territorio della Taverna legata al pred.o Colleggio dal fu Canonico della Real Chiesa di S. Nicola di Bari D. Nicolo Francesco Ponzi, come sopra si riferì, sin dall'anno 1731, e volendosi applicare ad una nuova fabrica della chiesa, ed un nuovo altare di marmo, si stabilì per conclusione capitolare, di costruirsi un nuovo coro, con demolirsi il vecchio non capace a contenere il numero de' Colleggiali, cresciuto vantaggiosamēte sopra il numero sin allora aggregato. Se ne formò il disegno, e nel dì 21 7brē si pose mano alla demolizione, ed al nuovo lavoro, si che per tutto l'anno 1749 si diè termine alla fabrica: e mentre a tall'opra si attendeva, si commise in Napoli il travaglio dell'altare maggiore, regolato dall'assistenza d'un Deputato, ivi spedito."

Gli archi della volta

archi del presbiterio  volta del presbiterio
[elaborazione elettronica su foto di "Michele Monterisi" - 01/2010]

il presbiterio nel 2015
[elab. elettr. su foto di Sabino Di Tommaso - 01/2015]

Sul frontespizio del grande arco a tutto sesto, che separa la navata dal presbiterio, un ricco panneggio di stucchi regge uno stemma, riportante la data del 1887 e i simboli della dignità episcopale di S. Nicola e quelli caratteristici del libro con le tre palle d'oro.

Sul frontespizio dell'arco posteriore è posto un cartiglio che riporta, insieme ad un versetto del salmo 46 "PSALLITE DEO Ñ[OST]RO / PSALLITE SAPIENTER", la data 1805, "A.D. MDCCCV.", di ultimazione dei lavori di restauro iniziati nel 1796.

Il Borsella vi dedica poche righe:

"... ampio presbitero sul quale si ascende per gradini di marmo ornato, di quattro ben alte e grosse colonne lapidee, vestite a stucco lucido color giallognolo macchiato. Fra le seconde s’erge, avendo alle spalle il coro, stupendo altare maggiore ... "

[tratto da "San Nicola", in "Andria Sacra" di G. Borsella, tip. F. Rossignoli, Andria, 1918, pag 130]

Precisa è la descrizione del Petrarolo (ibidem, pag. 19):

"Il Presbiterio è impostato tra quattro possenti colonne di pietra, intonacate di bianco, con frastagliati capitelli corinzii, reggenti un'alta trabeazione, che gira senza soluzione di continuità per tutto il perimetro parietale della Chiesa.
Le colonne sostengono una volta con stucchi a raggiera, con al centro lo Spirito Santo (la Colomba) circondato da una corona di angeli.
"

L'elegante volta a cupola del presbiterio, innalzata sui quattro archi poggianti su una possente trabeazione, a sua volta sorretta da quattro snelle colonne con capitelli corinzii, è riccamente decorata di stucchi: lo Spirito Santo, centrale, irradia la sua forza divina tra nembi ed angeli.

Dall'arco anteriore pende un pregevole lampadario di cristallo.

I quattro dipinti ovali del presbiterio

Vergine e Santi Confraternita del Suffragio    S.Giovanni Nepomuceno Sant'Anna
[elaborazione elettronica su foto di "Michele Monterisi e Sabino Di Tommaso"]

La prima tela, a sinistra del presbiterio, molto deteriorata, rappresenta una Vergine con Bambino tra angeli, alla quale si rivolgono due santi frati presso una vera di pozzo con ai piedi un teschio: è quindi una Madonna del pozzo tra i santi francescani Pasquale Baylon e Pietro d'Alcantara; sulla destra è quasi illeggibile una dedica"A devozione del Rev. Sacerdote D. S... R...  1863(?).

Il secondo dipinto di sinistra riporta nella cornice la denominazione della Congrega "Pia Unione del Suffragio sotto l'invocazione di Maria SS. Addolorata" con la data 1870 e raffigura in alto la SS.Trinità con alla sua destra la Madonna Addolorata. Al centro appaiono i simboli dell’Eucarestia con a destra Papa Pio IX. Più in basso un angelo e le anime del Purgatorio supplicanti.

Il primo ovale, a destra del presbiterio, riproduce l’immagine di Maria Bambina in piedi mentre legge la Bibbia sulle ginocchia della madre Sant’Anna. Quest’ultima le poggia delicatamente un braccio sulla spalla in segno di affetto. Sul libro sacro è riprodotta la celebre profezia di Isaia (VII,14): “Ecce virgo concipiet, et pariet filium. Et vocabitur nomen eius Emmanuel“. In basso è scritta (poco leggibile) questa dedica:"Ex Dev.e D. Ign.i Can.ci Terlizzi Elig.us Morgigni P. 1855 (o 1833?)".

Nel secondo ovale a destra sul Presbiterio (terzo nella foto), è dipinto un Santo non ben identificato. Alcuni autori, tra cui il Borsella, ritengono che si tratti di San Giovanni Nepomucemo cioè di Nepomuk in Boemia (1330-1383), predicatore di corte. Qui è raffigurato meditabondo sulle scritture; sulla fronte ha un probabile segno delle torture a cui fu sottoposto dal Re Venceslao IV che alla fine lo fece annegare nella Moldava. In alto si vede la Vergine Maria con il Bambino Gesù mentre con la destra addita la croce e la Moldava. Ai tempi del Borsella questo ovale si trovava lateralmente alla 1a cappella a sinistra, dedicata alla Crocifissione. Egli così scrive: "Un quadretto di S. Giovanni Neupomicene é esposto su questo medesimo altare che ha del merito."


Nel pavimento del presbiterio, immediatamente dopo i gradini di accesso, una lapide chiude la botola dell'antica discesa al sepolcreto riservato ai Sacerdoti della Collegiata della Chiesa di San Nicola; tale lapide risale ai restauri del 1796-1805, come può leggersi dalla sovrastante incisa iscrizione.
Questa discesa al sepolcreto presbiteriale fu murata nei restauri degli anni Settanta del Novecento e, attualmente, si accede a detto sepolcreto attrraverso un'altra botola esistente poco dietro l'altare maggiore; la foto dell'accesso evidenzia che il vano sottostante appare interamente scavato nel banco tufaceo-calcarenitico.

l'attuale discesa al sepolcreto della Collegiata    la lapide del vecchio accesso al sepolcreto del 1805
[l'attuale discesa al sepolcreto della Collegiata e la lapide del vecchio accesso del 1805 - foto Sabino Di Tommaso" 02/2020]