gli altari di destra

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navata: gli altari di destra
[elaborazione elettr. su foto di Sabino Di Tommaso - 03/05/2022]

Gli altari di destra della NAVATA

La navata presenta quattro fornici per lato. Analizzo le opere più rilevanti presenti sulla parete destra.
Riporto contestualmente, tra virgolette ed in corsivo, una descrizione di questi altari come si presentavano nella prima metà dell'Ottocento ai tempi del Borsella, autore del testo in Andria Sacra.

acquasantiera del seicento       Gruppo settecentesco delle statue raffiguranti il miracolo della Pietà       tondo 'Immacolata' del 1836
[Acquasantiera, statue raffiguranti il miracolo della Pietà e tela dell'Immacolata' del 1836 - elaborazione elettr. su foto di. Sabino Di Tommaso - 2022 - 2012]

Nel primo fornice, a partire dall'ingresso, è posto il pregevole gruppo settecentesco delle statue raffiguranti il miracolo della Pietà; su di esso, a parete è affissa una tela tonda raffigurante tra una gloria di angeli l'Immacolata, il cui Bimbo, retto dalle sue braccia, colpisce con il terminale della croce, usata come dardo, la testa del serpente trattenuto dai piedi della Madre. In basso è scritto: A DIVOZIONE DEI F. DELLA SS. CONCEZIONE / A.D. 1836. Vincenzo Schiavone a pag. 84 del testo citato scrive "Essa è firmata da Saverio Calò, datata 1836", ma al momento non se ne legge alcuna.
Nel Seicento qui si apriva un'ampia cappella (oggi non più esistente) con un altare dedicato all'Annunciazione, un'immagine della Vergine dipinto sulla parete e sul dossale due statue, dell'Annunziata e dell'arcangelo Gabriele, forse quelle stesse statue di terracotta colorata che a metà Seicento erano dietro l'altare maggiore. A fine Settecento poi sull'altare era posta un'urna con un'immagine miracolosa della Madonna di Costantinpoli ed in alto un ovale col dipinto del Battista.

Scrive prima Mons. Egizio nella Visita Pastorale del 1659:

[trascrizione dell’originale latino] [traduzione]

Die 15 m.[ensi]s sept.[emb]ris 1659.

… … …
Deinde visitavit Chorum, qui est é parte posteriori dicti Altaris maioris et est ex ligno niveo operis pervetusti, et elegantis, et supra dictũ Chorũ adest Icon Vetustissima et ex parte inferiori adsunt duæ finestrulæ in quibus hinc inde adsunt duo statuæ tum Beatæ Mariæ Virginis Annuntiatæ, tum Gabrielis Arcangeli Annunciantis ex opere latericio decenti colore illinito opus veré elegans, ac concinne elaborato. … … …

Die 16 m.[ensi]s sept.[emb]ris 1659

Ill.[ustrissi]mus D.[omi]nus visitavit continuando Sanctã Visitat.[io]nem Collaeg.ia[] Ecclesiæ SS. Annuntiat.[io]nis cũ suis adiunctis hora feré decima tertia accessit iterũ ad Ecc.ã p[rædi]ctã, et peractã breviter ut moris orat.[io]nẽ ante altare maius accessit ad Cappellam S.ae Mariæ Annunciatæ, quæ est a latere sinistro Ecc.[lesi]ae propé ingressũ, quam invenit decenter ornatã, Cappella enim est per ampla et fornicata. Altare est lapideũ, et elevat.ũ e pavim.[en]to per 3s gradus lapideos alios ligneũ aliũ, cũ Pradella pariter ex ligno, et habet candelabra quatuor cũ Cruce, et Crucifixo ex ligno elaborato, ac deaurato, et habet paleottã cuiuscumque coloris, tobaleas ad sufficentiã, ac reliqua alia ad celebrat.[io]nem necessaria. Pro Icone deservit Imago Beatæ M.[ariæ] V.[irginis] cũ puero Iesu muro depicta per vetusta, ac devotissima et miraculis innumeris insignita, quã circũ sunt cãcelli ex ligno deaurato, et paries d.[ict]æ imaginis veli sericio obducta cũ coronis ex argento, ac lapidibus prætiosis tum pro Puero Iesu, tum pro B.[eata] M.[aria] V.[irgine]. Dicta Icon est sub tabernaculo lapideo, quatuor columnis pariter lapideis suffulto, quod auro ac ceruleo colore est inter miscendum fuitque propterea a Rev. Capitulo fuit praedita harra. Supra dictũ tabernaculũ est imago pariter B.[eatæ] M.[ariæ] V.[irginis] Annuntiatae lapideis coloribus illinito miraculis clara, et praesertim ad impetrandam pluviam, ac supra dictã Imaginẽ est umbrella ex ligno elaborato, pariter deauranda. Ex latero sinistro d.[ict]ae Cappellæ adsunt subsellia octo ex abiete laborata, ad usũ Chori pro celebrat.[io]ne Missae in quorumque sabbatho cuiuscumque Rev.dis Praesbiteris deservientia, et ante imaginẽ pictam ardent continue lampades tres expensis Universitatis Andriensis una reliquae expensis piorũ elemosinis suis.

In d.[ict]a Cappella adest Congregatio laicorũ sub invocat.[io]ne Concept.[io]nis B.[eatæ] M.[ariæ] V.[irginis] quae dependat à cumfraternitate in Conventu S.æ Mariæ della Vetere nuncupata, et a latere dextero dicta Cappella habet Oratoriũ in Altari decenter ornato, et omnia ad usũ celebrat.[io]nis necessaria habentẽ, et Ill.[ustrissi]mus D.[omi]nus mandavit tam in Altari dictæ Cappellæ quam in altero oratoris comutari lapides sacrates ampliores, et in medio altaris fabricari infra mensem sub pœna suspensionis ab usũ altariũ. De reliquis verò omnia pleno ore laudavit.

15 settembre 1659

… … …
Dopo visitò il Coro, che si trova dietro l’altare maggiore, opera d’arte di legno bianco, antichissima ed elegante; su detto coro c’è una antichissima icona e sotto, ai due lati stanno due nicchie con le statue in cotto della Beata Vergine Annunziata e dell’Arcangelo Gabrielle annunziante, ben colorate, veramente eleganti e molto artistiche. … … …

16 settembre 1659

L’Ill.mo Signore continuando la Santa Visita alla Chiesa Collegiata della SS. Annunziata, con i suoi assistenti intorno all’ora decima ritornò nuovamente in detta Chiesa, e espletata brevemente l’orazione d’uso davanti all’altare maggiore, si recò alla Cappella di S. Maria Annunziata, che è sul lato sinistro della Chiesa presso l’ingresso; la trovò decorosamente ornata. La cappella è ampia e con tetto a volta. L’altare è di pietra e rialzato dal pavimento mediante tre gradini di pietra ed uno ligneo, con una predella anche lignea; ha quattro candelabri con croce e crocifisso di legno scolpito e indorato; ha i paliotti di tutti i colori, sufficienti tovaglie e tutte le altre cose necessarie alla celebrazione. Come icona c’è l’Immagine della Beata Maria Vergine con Gesù bambino affrescata sul muro, molto antica, devotissima ed insignita di numerosissimi miracoli; intorno sta una cancellata in legno dorato e la parete di detta immagine è coperta di un velo di seta con corone di argento e pietre preziose, sia per il Bambino Gesù che per la Beata Vergine Maria. Detta icona è sotto un tabernacolo di pietra, retto da quattro colonne ugualmente di pietra, il quale è colorato in oro celeste e perciò dal Rev. Capitolo fu ornato di “harra”. Su detto tabernacolo c’è anche l’immagine della Beata Maria Vergine Annunziata abbellito con pietre colorate e illustre per i miracoli, e soprattutto per implorare la pioggia; su detta immagine c’è un baldacchino di legno scolpito, da indorare. Sul lato sinistro della Cappella stanno otto seggi realizzati di abete, per il Coro nelle celebrazioni delle messe del sabato riservati per ogni Rev.do sacerdote. Davanti all’immagine dipinta ardono di continuo tre lampade a spese dell’Università Andriese ed un’altra con le elemosine dei fedeli.

In detta Cappella c’è la Congrega di laici intitolata alla Concezione della Beata Maria Vergine, che dipende dalla confraternita del Convento di S. Maria detta “Vetere; sul lato destro detta cappella ha l’Oratorio in un altare decorosamente ornato e dotato di tutto ciò che è necessario alla celebrazione; l’Ill.mo Signore ordino di cambiare con una migliore la pietra sacra sia all’altare della Cappella che a quello dell’oratorio e murarla al centro degli stessi altari entro un mese su pena di sospensione dell’uso degli altari. Per altro, tuttavia, tutto ampiamente lodò.

Mons. Triveri poi, nella sua Visita Pastorale del 1694, non vede più le statue dietro l'altare maggiore, ma su un altare dedicato all'Annunciazione eretto nella prima cappella (oggi non più esistente) a destra entrando in chiesa; così infatti scrive:

[trascrizione dell’originale latino] [traduzione]

Die 21 9mbris 1694.

Alt.[ar]e S. M.[ari]æ Annunciat.[io]nis.

A lat.[er]e Epistolæ Altaris Maioris prope fine Essl.[esi]æ reperitur Altare Sant.[issi] Annunciationis in Cappella fornice tecta, et picturis ornata.
Pro tabula adest Imago Beat.[issi] Virg.[in]is in pariete depicta, et in parte superiori sub fornice adest statua lignea eiusdem Beat.[issi] Virginis, cum alt.[er]a Angeli ipsi nunciantis. Ardet cera hoc Altari diù noctiq.[ue] lampas expensis Magnificæ Universitatis Andriæ.
Dictũ fuit Altare est Privilegiatũ pro animabus defunctorum qualibet die lunæ, et veneris, et per octavam commemorat.[io]nis omniũ fideliũ defunctorũ.
Dum__ sint in d.[ict]a eccl.[esi]a 14. missæ quotidianæ, et Breve d.[icitu]r concessũ a fel.[icis] record.[ationis] Alex[a]ñ.[dro] 8. 1690, dec.[ret]ũ fuit. Quod probetur in d.[ict]aa Eccl.[esi]a esse 14 missas quotidianas.

21 novembre 1694.

Altare dell’Annunciazione di S. Maria

Sul lato epistola dell’Altare maggiore, dove termina [presso l’ingresso] la Chiesa, c’è l’altare della SS. Annunciazione in una Cappella con tetto a volta ed ornata di dipinti.
Come dossale c’è l’immagine della Beatissima Vergine affrescata sulla parete; superiormente, sotto la volta, c’è la statua lignea dell’Annunziata con quella dell’Angelo annunciante. A questo Altare sia di giorno che di notte arde una lampada con cera a spese della Magnifica Università di Andria.
Fu dichiarato che questo Altare è privilegiato a favore dei defunti tutti i lunedì e venerdì e nell’ottava della commemorazione di tutti i fedeli defunti.
Dovendo celebrarsi in detta Chiesa 14 messe quotidiane, come da Breve che si afferma concesso dalla felice memoria di Alessandro VIII nel 1690, fu ordinato che si dimostrasse si celebrassero in detta Chiesa 14 messe quotidiane.

Nel 1780 infine il vescovo Palica nella Visita Pastorale fa di questo altare un'altra descrizione:

[trascrizione dell’originale latino] [traduzione]

Die 10.ª m.[ensi]s Iulii anni 1780.

Visitavit Altare sub invovatione Annuntiationis B.[eat]æ M.[ari]æ Virginis habens mensam lapideam cum lapide consecrato in ea apposita strictioris facturæ ...

Gradus ipsius Altaris sunt duo ex opere plastico, sicuti ornamentum super ipsius est eiusdem structuræ. Suppedaneum est duobus gradibus elevatum ex lapide, et in medio ex ligneo. ...

Visitavit quemdam urnam in medio, et sup.[r]ª ultimum gradum altaris positum ex ligneo cum fenestris vitreis munitam, in q[u]ª asservitur Imago Virginis Mariæ de Constantinopoli super ligneo depicta cum Imagine pueri Iesu in gremium tenens. Pictura apparet antiquitus efformata, et adest traditio eamdem fuisse G.m Pii Sacerdotis D. Dom.[ini]ci Antonii Acquaviva de gremio eiusdem Colleg.[iat]æ, qui domi detinebat, et quia ibidem sudore madefacta Imago ipsa apparuit per aliquod notabile tempus, et sic iuridice recognita, sudor ipse prodigiosus fuit declaratus, ideoque sa__dus ipse Acquaviva ad maiorem ipsius B.[eatissi] Virg.[ini]s Cultum, et venerationem, in hac Ecc.ª Colleg.ª exposuit, et adservari voluit; est d.[ict]ª Imago munita ex velo serico a parte anteriori; mandavit urnam reaptari et Imaginem firmiter in ea collocari infra mensem sub pœna interdicti.

Visitavit Imagines SS.mæ Annuntiationis, Gabrielis Archangeli, et SS.mi Patris Eterni in tela depictas cum panno serico auri coloris a parte anteriori coopertas; In culmine eiusdem Altaris aliam Imaginem parvam S.i Ioannis Baptistæ in tela formæ ovatæ depictam, et nihil iniunxit, et tantum demandavit Iscriptionem sup.[r]ª incisam cancellari, et dealbari. ...

Altare præ.[dictu] est privilegiatum feria 2.ª 3. 4., et Sabbatum in p.m_um ex Privilegiis Aplic.[ati]s Clem.[enti]s PP. XIII, et Clem.[enti]s XIV f.[elicis] r.[ecordationis] in annis 1739, et 1774, ut apparet ex lapide marmorea in latere Cappellæ a cornu Evang.[eli]i posito. ...

10 luglio 1780.

Visitò l’Altare intitolato all’Annunciazione della Beata Maria Vergine, avente la mensa in pietra con inserita una pietra consacrata piuttosto stretta ...

I gradini del postergale di questo altare sono (di legno scolpiti), come anche l’ornamento al di sopra degli stessi. La predella è sollevata su due gradini di pietra e il piano centrale è di legno. ...

Visitò una certa urna posta sopra ed al centro dell’ultimo gradino dell’altare, di legno e completa di antine di vetro, nella quale si conserva l’immagine della Vergine Maria di Costantinopoli dipinta su legno con Gesù bambino in grembo. Il dipinto appare realizzato in tempi molto antichi ed esiste la tradizione che essa sia stata del G. Don Domenico Antonio Acquaviva pio sacerdote di questa Collegiata, il quale la teneva in casa; poiché ivi la stessa Immagine apparve bagnata di sudore per un tempo alquanto lungo, e così giuridicamente ispezionata, tale sudore fu dichiarato prodigioso, onde lo stesso Acquaviva, per accrescere il culto e la venerazione della stessa Beatissima Vergine, in questa Chiesa Collegiata la espose e la volle conservare. Detta immagine è protetta davanti da un velo di seta; (il visitatore) ordinò di restaurare l’urna e in essa collocarvi stabilmente l’immagine, entro un mese su pena dell’interdetto,

Visitò le immagini della SS. Annunciazione, l’Arcangelo Gabriele e il SS. Eterno Padre dipinti su tela coperte anteriormente da un panno di seta dorato. Nel punto più alto dello stesso altare c’è un’altra piccola immagine di San Giovanni Battista dipinta in una tela di forma ovale; nulla ingiunse (il visitatore), ma solo chiese di cancellare l’iscrizione incisa sopra e imbiancare. ...

Il predetto altare è privilegiato nei lunedì, martedì, mercoledì e sabati di … per i privilegi applicati dai papi Clemente XIII e Clemente XIV, di felice memora, negli anni 1739 e 1774, come risulta dalla lapide marmorea affissa sul lato evangelo della Cappella. ...

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1° altare ligneo di destra: Immacolata  1° altare ligneo di destra: tela di Dio Creatore  1° altare ligneo di destra: tela dell'Immacolata
[1° altare ligneo di destra: Immacolata e Dio Creatore - elaborazione elettr. su foto di. Sabino Di Tommaso, e M. Monterisi, 2012]

Nell'ampio arco a seguire è innalzato un maestoso altare ligneo barocco: nel dossale è incastonata una tela dell'Immacolata librantesi sul territorio della Chiesa dell'Annunziata. Ella è inondata da un fascio di luce emesso dallo Spirito Santo, intorno al capo le splende un'aureola di dodici stelle e i suoi piedi posano sulla luna mentre schiaccia la testa al serpente. È circondata da numerosi angioletti che porgono alcuni simboli delle sue virtù e reggono due nastri con le frasi «TOTA PULCHRA ES MARIA ET MACULA ORIGINALIS NON EST IN TE» e «NONDUM ERANT ABYSSI ET EGO IAM CONCEPTA ERAM». [1]
Nell'edicola superiore da una tela più piccola Dio Creatore guarda totalmente compiaciuto la sua creazione e la sua sottostante opera più bella, Maria.

Scrive il Borsella a metà Ottocento:

"Due altari a destra e sinistra sono situati dirimpetto. Sul primo è dipinto la Concezione con veste bianca fiorata d’oro, e manto azzurro cupo, che dalle spalle scende ondeggiante fino ai talloni, lo Spirito Santo le sta in testa splendente di raggi. È ricinta di serafini, in atto di aprire una cortina velluto chermisi. Le soggiacciono altri, chi con ispecchio, chi con giglio, chi con ramo di alloro, chi di rose, e chi di palma. Ai di Lei santi piè la luna bicornuta. In fondo sorgono vive fiammelle per aver debellato col suo potere gli spiriti d’Averno. In due nastri poi leggonsi queste parole: Nondum erant abissi, etiam concepta eram. In cima a questo quadro un altro del Creatore, in forma di venerando veglio, con prolissa canizie al mento, e un globo alla destra come il dipingeva il Raffaello, in atto di chiamare dal nulla all’essere tutto il creato.
... . Il ridetto quadro del Creatore è chiuso da ampia cornice frastagliata di foglie, luccicante di finissima doratura, onde più rispettabile si rende.
L’altare tutto a spalliere di legno, accanto pilastri con capitelli e basi, oltre una gran fascia attaccata al muro rabescata di fiori, e frutta che termina con cornicione ritorto.
Due colonne anche rabescate fina al piedistallo, spiralmente intrecciate di pampinosi rami, situate nei fianchi, elevansi fino al quadro. Le dorature sul verde, di cui tutto l’orlato è colorito, riescono più risaltanti. L’architrave largo tre palmi splende per li diversi fregi, e sull’apice dei capitelli poggiano due altri cornicioni come scudi, alle basi delle ridette colonne son rilevati due rosoni. Questo frontespizio a buon conto presenta due ordini di architettura. Sulla mensola dell’altare espongosi due gradini, ove allogansi, le palme e i candelieri e vi sono sculti degli angioletti alati.
"

Nel 1694 Mons. Triveri, nella citata Visita Pastorale, trova in questo ampio arco forse già eretto l'attuale altare: parla infatti di un altare dedicato all'Immacolata Concezione accudito dalla omonima Confraternita e sulla parete si venerava un quadro dell'Immacolata ben ornato tra colonne di legno scolpite.

[trascrizione dell’originale latino] [traduzione]

Die 21 9mbris 1694.

Alt.[ar]e Immaculatæ Conceptionis.

Successivé Ill.[ustrissi]mus visitavit Alt.[ar]e Immaculatæ Conceptionis Beat.[issi] Virginis, in quo sub eiusdem invocat.[io]ne erecta est Confraternitas.
In tabula eleganter depicta veneratur Imago d.[ict]æ B. V.[irgin]is Immaculatæ Concepta; est tabula ipsa columnis ligneis, et incisis decenter ornata, sicut et Alt.[ar]e ipsum, in quo nulla sunt onera missarum, in eo tum plures celebrantur missæ ex devot.[io]ne Confratrum elemosinas ministrantes decretum fuit.
Quod producatur erectio Confraternitatis, eiusque Constitutionis cũ nota reddituũ, eorumque administratione.

21 novembre 1694.

Altare dell’Immaculata Concezione.

Di seguito l’Ill.mo visitò l’Altare dell’Immacolata Concezione della Beatissima Vergine, nel quale è eretta una Confraternita di pari titolo.
Nel quadro elegantemente dipinto è venerata l’immagine di detta B. Vergine concepita Immacolata; il quadro è decorosamente ornato di colonne lignee scolpite, come anche lo stesso altare, nel quale non vi sono oneri di messe, e tuttavia ivi se ne celebrano molte a devozione dei Confratelli che si occupano delle elemosine. Fu ordinato:
che si mostri l’erezione della Confraternita, la sua costituzione con l’annotazione dei redditi e della loro amministrazione.

Nel 1704 Mons. Ariano non descrive l'altare, che trova ottimamente ornato, ma si sofferma a parlare della Confraternita dell'Immacolata ad esso associata. L'altare è privilegiato il martedì soltanto per i Confratelli e le Consorelle di detta Confraternita, presso si esso da tempo eretta. I Confratelli, scrive, nelle processioni e nelle funzioni vestono un abito in tela di sacco bianco con una mozzetta blu, un vessillo di seta rosso con l'immagine dell'Immacolata Concezione. Dietro l'altare c'è la stanza nella quale essi si riuniscono le domeniche e i venerdì per compiere i loro esercizi spirituali.
Ricorda poi che la Confraternita il 1627 fu trasferita in questa Chiesa Collegiata essendo stata espulsa dalla Chiesa di Santa Maria Vetere [2], e conseguentemente portò con sè l'amministrazione dei benefici ad essa connessi.
Detta Confraternita dell'Immacolata Concezione infatti era nata, probabilmente nel 1577, presso la Chiesa di Santa Maria Vetere, ed aveva ottenuto l'aggregazione - affiliazione alla principale Arciconfraternita, esistente nella Chiesa dei Ss. Lorenzo e Damaso in Roma, con Bolla pontificia del 2 agosto 1607.

"Altare SS.mae Conceptionis invenit optime ornatum. In eo celebrantur annuae missae viginti ex legato ... . Dictum altare est privilegiatum pro feria tertia tantum pro Confratribus, et Consororibus Contraternitatis iam in ipso altari erectae. Confratres in publicis processionibus, et functionibus utuntur saccis albis cum mozzettis coerulei dotis, vexillo rubeo serico, et simulacro Immaculatae Conceptionis. Post dictum altare est locus, in quo congregantur dicti Confratres diebus Dominicis, et sextis feriis pro suis spiritualibus exercitiis peragendis.
Et quia Confraternitas praed.tae fuit ad ... Colleg.m translata ab anno 1627. ... ab Eccl.a S. M.ae Veteris Fratrorum Minorum ... expulsa fuit, et proinde debebat secum deferre administrationem redditorum, ...
"

È nel 1780 che Mons. Palica descrive accuratamente l'altare così come oggi lo vediamo:

[trascrizione dell’originale latino] [traduzione]

Die 7.ª m.[ensi]s Iulii anni 1780.

Visitavit Altare Immaculatæ Concep.[tioni]s B.[eatissi] V.[irgini]s Mariæ positum successive tertio loco a d.[ict]° latere, et cornu Ep.[isto]læ e regione muri Eccl.[esi]æ ex opere plastico confectum, et circum circiter perbelle elaboratum cum ..., et duabus columnis ligneis ..., et sculptis, ac deauratis et depictis in forma corrispondenti Altari contraposito sub invocatione Sponsalitio B.[eatissi] Virg.[ini]s M.[ari]æ cum S.[anc]to Iosepho. ...

Visitavit Imaginem laudatæ B.[eatissi] Virg.[ini]s sine labe conceptæ cum aliis imaginibus Angelicis, et simbolis privilegionem prælaudatæ Virg.[ini]s M.[ari]æ in tela depictam, et mandavit restaurari, et puliri infra duos m.[ense]s sub pœna Intrerdicti

In culmine eiusdem visitavit Imaginem SS.mi Patris Eterni, etiam in tela depictam, et nihil iniunxit.

Visitavit lampadam ex auri calco, et pendentem in cornucopia ferrea, quæ continue ardet sumptibus V.[enerabi]lis Confr.[aternitati]s sub invocatione laudatæ B.[eatissi] Virg.[ini]s Immac.[ulat]æ. Altare præd.[ictu]m manutenetur expensis d.[ict]æ Confrat.[ernitati]s.

In eodem altari reperitur erecta Congregatio Laicorum sub eadem invocatione. ...

7 luglio 1780.

Visitò l’Altare dell’Immacolata Concezione della Beatissima Vergine Maria collocato 3° a seguire su detto lato epistola, contro il muro della chiesa; è realizzato in materiale scolpito e tutt’intorno elegantemente elaborato con piedistalli e due colonne lignee ritorte, scolpite, dorate e dipinte in forma similare al contrapposto altare intitolato allo Sposalizio della Beatissima Vergine Maria con San Giuseppe. ...

Visitò dipinta su tela l’immagine della lodata Beatissima Vergine concepita senza peccato tra altre immagini angeliche e coi simboli dei privilegi della prelodata Vergine Maria; ordinò di restaurarla e pulire entro due mesi su pena dell’interdetto.

Sopra la stessa visitò l’immagine del SS. Padre eterno, ugualmente dipinto su tela, e nulla ingiunse.

Visitò la lampada di ottone pendente in una cornucopia di ferro, la quale arde continuamente a spese della Venerabile Confraternita intitolata alla lodata Beatissima Vergine Immacolata. Il predetto altare è curato a spese di detta Confraternita.

Nello stesso altare si trova eretta la Confraternita di laici di pari titolo. ....

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Cappella confraternita dell'Immacolata Concezione    Cappella confraternita dell'Immacolata Concezione, il quadro
[Cappella confraternita dell'Immacolata Concezione e la tela sul dossale - elaborazione elettr. su foto di. Sabino Di Tommaso - 2022 - 2012]

Nel fornice successivo, il terzo dall'ingresso, si apre, su due campate con archi a tutto sesto, la cappella della Confraternita dell'Immacolata e dedicata alla Vergine e a S. Sabino. Sul dossale dell'altare marmoreo è affissa una tela dell'Immacolata che porge uno scapolare a San Gaetano. In primo piano è dipinto San Sabino che con l'indice invita a leggere nella Bibbia il versetto dell'Esodo (Cap.32, v.12, inizialmente modificato) «TRIBUE DOMINE POPULO TUO NECESSARIA ET ESTO PLACABILIS SUPER NEQUITIAM POPULI TUI». Sullo sfondo sono dipinte delle anime purganti.

Dalla fine del Novecento davanti al vecchio altare della Confraternita c’è una mensa eucaristica per le celebrazioni feriali, fatta realizzare da mons. Lanave utilizzando le balaustrette marmoree asportate dal presbiterio. Scrive il vescovo nel suo testo sotto citato:

La Cappella Feriale dell’Annunziata è importante per la vita parrocchiale.
Durante la settimana, qui, viene conservato il Santissimo per i malati e per l’adorazione e, qui, ogni giorno si celebra la Santa Eucarestia.

L’altare è di pietra marmorizzata e, nell’ombra caratteristica della Cappella, dà la sensazione di un altare di marmo barocco, a colori, di buona fattura.
Con questo, l’altare girato verso il popolo non si accordava. Era in contrasto, perché di pietra, perché intagliato ad alto rilievo e perché poggiava su di un basamento o pedana male aggiunto ai gradini del vecchio altare. Si è pensato di rimuoverlo e di sostituirlo. Se n’è fatto uno nuovo.

Con le balaustrette portate via dall’altare maggiore, fatte di archetti separati da listini di marmo oscuro, si è composta la base del nuovo altare: un rettangolo con tre archetti nei lati lunghi e uno nei corti. Questo altare va più d’accordo con il vecchio.
Con i due archetti avanzati, al lato destro. si è composto un buon ambone. Le panche di legno sono state sostituite con panche di pietra.

Si ha l’impressione fondata, che con l'attuale altare, nel suo insieme. con l’ambone, con il vecchio altare, che fa da superbo schienale a tutta l’azione liturgica. si è creato un armonico ambiente, che raccoglie la comunità in fraternità e dona alla offerta della Eucarestia e di noi stessi un tono di intensa elevazione.

[tratto da Giuseppe Lanave, "Facce nuove di tesori antichi", Centro stampa litografica di Scardigno F. & Pansini V., Terlizzi, 1997, pp.79-80.]


Una prima lapide del 1599 ricorda la realizzazione della sepoltura dei congregati dell'Immacolata Concezione sotto il relativo oratorio nella Chiesa di S. Maria Vetere, [lapide attualmente (2009) non più nel pavimento, ma nel lapidario di detta Chiesa].
Vi si legge: SEPULTURA DELA / CONFRATERNITA / DELA SANTISSIMA / CONCEPTIONE / A.D. 1.5.9.9.

Una lapide ricorda che la cappella dedicata all'Immacolata sotto la protezione della stessa fu innalzata (o riedificata) a proprie spese dalla confraternita nel 1739.

Un'altra lapide ricorda l'indulto del papa Leone XII del 6 marzo 1824 con cui rendeva privilegiato  questo altare dedicato all'Immacolata, a San Sabino vescovo e al Beato Gaetano.

lapide del 1599    lapide del 1739    lapide del 1824

Nel 1659 Mons. Egizio nella sua Visita Pastorale accenna solo ad un Oratorio della Congregazione laicale dell'Immacolata Concezione, dipendente dal Convento di Santa Maria Vetere e posto a destra dell'altare dell'Annunciazione che stava visitando.

[trascrizione dell’originale latino] [traduzione]

Die 16 m.[ensi]s sept.[emb]ris 1659

In d.[ict]a Cappella [S.æ Mariæ Annunciatæ] adest Congregatio laicorũ sub invocat.[io]ne Concept.[io]nis B.[eatæ] M.[ariæ] V.[irginis] quae dependat à cumfraternitate in Conventu S.æ Mariæ della Vetere nuncupata, et a latere dextero dicta Cappella habet Oratoriũ in Altari decenter ornato, et omnia ad usũ celebrat.[io]nis necessaria habentẽ, et Ill.[ustrissi]mus D.[omi]nus mandavit tam in Altari dictæ Cappellæ quam in altero oratoris comutari lapides sacrates ampliores, et in medio altaris fabricari infra mensem sub pœna suspensionis ab usũ altariũ. De reliquis verò omnia pleno ore laudavit.

16 settembre 1659

In detta Cappella c’è la Congrega di laici intitolata alla Concezione della Beata Maria Vergine, che dipende dalla confraternita del Convento di S. Maria detta “Vetere; sul lato destro detta cappella ha l’Oratorio in un altare decorosamente ornato e dotato di tutto ciò che è necessario alla celebrazione; l’Ill.mo Signore ordino di cambiare con una migliore la pietra sacra sia all’altare della Cappella che a quello dell’oratorio e murarla al centro degli stessi altari entro un mese su pena di sospensione dell’uso degli altari. Per altro, tuttavia, tutto ampiamente lodò.

Nel 1711 Mons. Nicola Adinolfi, nella sua Visita Pastorale del 18 Ottobre, conferma che l'accesso all'oratorio della Confraternita era tra l'ingresso della Chiesa e l'altare dell'Annunciazione:

[trascrizione dell’originale latino] [traduzione]

Visitatio Oratorij Immaculatæ Concept.[io]nis B.[eatæ] M.[ariæ] V:[irginis]

Adest intus antedictam Cappellam SS. Annunciatæ propè angulum quædam porta, quæ ad Oratorium Immaculatæ Conceptionis ducit,
in quo Ill.[ustrissi]mus D.[omi]nus cum cœteris ingressus fuit, omnia diligentèr observando, ibi enim Confratres Ven.[erabi]lis Conf.[raternita]tis præfatæ Virginis Immaculatæ congregare se solent prò suis functionibus peragendum et ad nullam provis.[io]nẽ devenit;

Visita all’Oratorio dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria

Nella predetta cappella della SS. Annunziata, presso l’angolo c’è una porta che immette nell’Oratorio dell’Immacolata Concezione.
L’Ill.mo Signore entrò con gli altri in esso, e osservando tutto diligentemente, in quanto ivi i Confratelli della Venerabile Confraternita della predetta Vergine Immacolata sogliono adunarsi per svolgere le loro funzioni, non ricorse ad alcun provvedimento;

Ai tempi di Mons. Palica, come risulta dalla sua Visita pastorale del 1780, questa Cappella è già aperta nella navata ed edificata sostanzialmente come oggi: c'è un altare in pietra dedicato a S. Sabino con sei ostensori di reliquie; sul muro una tela dell'Immacolata con S.Sabino e S.Gaetano; in nicchie laterali poi sono esposti: la statua di S. Sabino e l'olio benedetto della sua lampada, ambedue per devozione della famiglia Ieva, e l'immagine dell'Ecce Homo.

[trascrizione dell’originale latino] [traduzione]

Die 7.ª m.[ensi]s Iulii anni 1780.

Visitavit Altare sub invocatione S.[anct]i Sabini Ep.[iscop]i Canusini in prop.[ri]am Cappellam positum, successive ordine secundo ab eadem parte laterali dextro, a parte Ep.[istu]læ ex lapide nostrali constructum ex devotione ex sumptibus plerorum Presbyterorum Concapitolarium ipsius Cap.[itu]li …, et manuteatur a Rev.do Cap.[itu]lo eiusd[e]m Eccl.[esi]æ, ... .

In eodem Alt.[ar]e visitavit sex hostensoria ex ligneo deaurato, in quibus serventur reliquiæ Sanctorum cum autenticis Ill.mi et R.mi G.m E. Dom.[ini]ci d’Anellis Ep.[iscop]i And.[rie]n, et in 1.° visitavit partem ossium S. Prosperi MM. In 2° visitavit partem ossium S. Livii MM. In 3° partem ossium S. Innocentii M. In 4° partem ossium S. Gaudiosi MM. In 5° partem ossium S. Fructuosi MM. Et in 6° partem ossium S. Simplicium, et approbavit. ...

Visitavit Imagines B.[eat]æ M.[ari]æ Virg.[ini]s sine labe Conceptæ, Divi Caetani, et prælaudati S. Sabini in tela depictas, et muro locata in tela cum ornamento ex opere plastico circum circiter elaborato, et laudavit. ...

In eadem Cappella visitavit fenestram, sive armarium in muro ... cum rete in ferro filato munitum, et clave clauso in quo asservetur Oleum benedictum in honorem d.[ict]i S.[anct]i Sabini, quod dispensatur Fidelibus pro accipiendis gratiis, et præcipue pro morsu animalium venenosorum morsibus afflictis.

Et fronte d.[ict]æ fenestræ, sive armarii in pariete a latere Evang.[eli]i visitavit imaginem SS.mi Ecce Homo in propria nicchia positum et panno serico coopertam, et circumdatum est cum ornamento ligneo deaurato.

In armario in muro conformato portis ligneis clauso cum clave visitavit Simulacrum D.[iv]i Sabini Ep.[iscop]i Canosini ex ligno perbelle, et artificiose incisum pontificaliter indutum super piramide pariter ligneo depicto, et deaurato cum stemmato subtus posito domus, et Familiæ de Ieva, cuius sumptibus fuit constructum, et approbavit; mandavit tamen armarium præd.[ictu]m depingi tantum a parte interiori, quam exteriori. ...

Festum d.[ic]ti S. Sabini bis in anno celebratur, die nempe 9. m.[ensi]s Februarii, et prima m.[ensi]s Augusti cum elemosinis, et contributionibus donatorum inter quos prædictus est R._ D. Joseph Richardus Ieva d.[ict]æ Colleg.[ia]tæ Eccl.[esi]æ Sacerd.[os] Capitularis, qui nimio zelo curam habet manutentionis ipsjus Altaris, et omnium ad ejusdem Sancti cultum attinentium.

7 luglio 1780.

Visitò l’altare intitolato a San Sabino Vescovo di Canosa, collocato in una propria cappella; sullo stesso lato destro dell’epistola esso è il successivo secondo altare costruito con pietra locale a devozione e spese della maggior parte dei Sacerdoti capitolari dello stesso Capitolo, e mantenuto da detto Capitolo della stessa Chiesa; ... .

Nello stesso altare visitò sei ostensori di legno dorato, nei quali erano conservate le reliquie dei Santi con le autentiche dell’Ill.mo e Rev.mo G.m E. Domenico de Anellis, vescovo andriese; e per primo visitò una particella delle ossa di S. Prospero MM. In 2° luogo visitò una particella di ossa di S. Livio MM. In 3° una di ossa di S. Innocenzo M. In 4° una di ossa di S. Gaudioso MM. In 5° una di ossa di S. Fruttuoso MM. Infine in 6° una di ossa di S. Simplicio; (il visitatore) approvò. ...

Visitò le immagini della Beata Maria Vergine concepita senza peccato, di S. Gaetano e del pre lodato S. Sabino dipinti su tela, affissa al muro con intorno un ornamento scolpito; lodò l’insieme. ...

Nella stessa cappella visitò una nicchia o armadio a muro protetto da una rete di fil di ferro chiuso con chiave, nel quale si conserva l’olio benedetto in onore di S. Sabino, che si dispensa ai fedeli per ottenere grazie, e soprattutto a quelli afflitti dal morso di animali velenosi.

Di fronte a tale armadio a muro, sul lato evangelo visitò l’immagine (statua) del SS. Ecce Homo collocato nella propria nicchia, protetto da una tenda di seta e circondato da una cornice lignea dorata.

In un armadio a muro realizzato con porte lignee e chiuso a chiave visitò la statua di S. Sabino Vescovo di Canosa, di legno elegantemente e ricercatamente scolpita, su una base piramidale ugualmente in legno dipinto e dorato con in basso lo stemma del casato e famiglia Ieva, a spese della quale fu realizzato; lo approvò, tuttavia ordinò di dipingere il predetto armadio sia internamente che esternamente. ...

La Festa di San Sabino si celebra 2 volte l’anno, cioè il 9 febbraio ed il 1° agosto con le elemosine, i contributi dei donatori, tra i quali c’è il predetto Rev. Don Giuseppe Riccardo Ieva, sacerdote capitolare di detta Chiesa Collegiata, il quale con molto zelo si occupa della manutenzione dello stesso Altare e di tutto ciò che riguarda il culto dello stesso Santo.

statua lignea settecentesca di S.Sabino della bottega del Brudaglio
[foto 2012 della statua dopo il restauro realizzato da Iaccarino e Zingaro]

In quello scorcio di secolo qual fu la seconda metà del Settecento nelle più importanti Chiese della Città furono attuate profonde ritrutturazioni, e ugual cosa accadde per l'Annunziata.

Sempre ai tempi di Mons. Palica, al 4 aprile 1787 infatti, risale un atto notarile stipulato tra la Collegiata della SS. Annunziata e la Confraternita della Immacolata Concezione per dei lavori da effettuare soprattutto nella Cappella di quest'ultima; all'atto sono allegati i relativi disegni dell'architetto Vito Ieva, lo stesso che aveva realizzato con il fratello Domenico i due magnifici campanili di San Francesco (nel 1773) e San Domenico (nel 1781).
Scrive Mimma Pasculli Ferrara nel saggio sotto citato:

La voga di “arredare” e di ornare chiese preesistenti secondo progetti dettagliati emerge chiaramente da due interessanti disegni relativi alla pianta e sezione della chiesa della SS.ma Annunziata ad Andria (Bari), allegati ad un atto notarile del 4 aprile 1787, stipulato tra la collegiata e la relativa confraternita. I disegni, firmati dall’architetto Vito Jeva (1726-1810) e controfirmati dal notaio Antonio Tedesco di Andria (notizie del 1787), vennero realizzati in funzione dell’allestimento del nuovo Cappellone dell’Immacolata. [3]. Il primo mostra una sezione longitudinale della chiesa specificando tutti gli elementi di arredo in una legenda. Il secondo riporta la pianta generale dell’antica chiesa, segnalando nella zona antistante il Cappellone con delle nuove lettere gli elementi dell’arredo analiticamente elencato nell’atto notarile.

Immacolata di carta pesta del 1932
[Immacolata di carta pesta del 1932]

[testo tratto da Pasculli Ferrara Mimma, “Puglia - Disegni e modelli lignei per altari marmorei barocchi nel Regno di Napoli”, in Ministerio de Economia y Competitividad Universitad de Còrdoba (a cura), “Dibujo y ornamento: Trazas y dibujos de artes decorativas entre Portugal, España, Italia, Malta y Grecia: Estudios en honor de Fuensanta García de la Torre”, ed. De Cavi Sabina - De Luca editori d’arte, 2015, pp. 383-393, pubblicato online in Fagiolo Marcello (cur.), “ Atlante telematico del Barocco in Italia - Le Capitali della festa - Italia centrale e meridionale”, come “Materiali didattici LM-65 a.a. 2018-2019” dell’Università di Bari, De Luca editori d'arte,( consultato il 04/03/2020)]

Nelle quattro nicchie ricavate nei muri perimetrali della cappella oggi sono collocate alcune statue: una Immacolata di carta pesta del 1932 in una nicchia con sovrastruttura marmorea neogotica del 1912, un San Sabino ligneo settecentesco, un San Giuseppe e una Santa Lucia, ambedue del 1951.

La statua di San Sabino (foto a destra), restaurata nel 2012 da Iaccarino e Zingaro, è attribuita (da F. Aruanno) a Nicolantonio Brudaglio (1703-1784) che l'avrebbe realizzata nel 1739.  Come scrive mons. Palica nella su citata visita, fu commissionata dalla famiglia Ieva che, tramite Don Francesco Paolo Ieva aveva istituito un beneficio per il culto del Santo; indice di tale commissione è lo stemma composto da due cipressi sormontati da tre stelle, posto alla base della statua (come quello che si può ammirare sul palazzo già della famiglia Conoscitore e poi degli Ieva, al n° 23 di via Flavio Giugno).

La situazione a metà Ottocento la desumo ancora dal Borsella:

"Quindi veniamo a far parola dell’ampio cappellone, che osservasi in questa antica Chiesa dedicata alla Vergine, la quale sta dipinta in gran quadro sull’altare a di lei onore eretto, di S. Sabino e S. Gaetano Tiene.
Ivi leggesi questa iscrizione.

D. O. M.
Altare hoc Immaculatae
Semper Virgini Mariae
Divo Sabino Episcopo et Caietano
Privilegiatum quotidianum
Pro animabus Fidelium Defunctorum
Ex indulto
SS. Domini Leonis
P. P. XII de die VI
Mensis Martii
MDCCCXIV
[4].

Il surriferito quadro dell’altare rappresenta la Vergine, in atto di affidare nelle purissime mani di S. Gaetano in abito pretile con collana, l’abitino. Varii Angioli corteggian la Diva. Sotto la Diva S. Sabino abbigliato pontificalmente con mitra, e pastorale. Egli ha un libro aperto nelle mani, in cui è scritto: Peto Domine, ut quiescat ira tua, et esto placabilis super nequitiam populi tui. Vicino un angelo con sottocoppa, e tazza, donde sorge vipera maculata con lingua trifulca. Nel muro vi è una copia del gran quadro di S. Tommaso, in atto che immette il dito nel seno Santissimo del Divin Maestro.

Inoltre nei muri opposti sonovi due nicchie. Nell’una conservasi l’olio di S. Sebastiano [? dovrebbe essere di S. Sabino stando alla relazione del Vescovo Palica] e nell’altra nulla, ma che anticamente contenea l’Ecce Homo che il capitolo in lasciar questa chiesa, condusse nell’altra di S. Agostino. Questo ripostiglio ha larga cornice tutta dorata, con corona soprapposta, e fregi dentellati, non senza rabeschi. Al disotto avvi una testa di un angelo alato, oltre due altri che sostengono l’anzidetta corona. La doratura così lucida sembra essere stata opera di fresca data.

Nel pavimento del Cappellone vi si osserva una fossa su cui è scritto.

D. O. M.
Sepulcrum
Fratrum Sororumque
Venerabilis Confraternitatis
Immacolatae Conceptionis
Anno Domini 1737
Restauratum.
1805

Sopra la porta della sagrestia dei fratelli, è eretta una tabella nella quale spicca la Vergine SS. con due fratelli vestiti di sacco che divotamente le porgon preci. Dentro un altare con un gran quadro dove è dipinto l’Apostolo che per la forza dello stile assunse lo stemma del Leone che gli giace appresso, non che S. Rocco. Mostra questo quadro la sua antichità anche nella cornice di legno, dentellata rabescata, con globetto tramisti.
Le due fonti dell’acqua santa messe ai due fianchi della porta, ànno per sostegno le cariatidi.
"

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altare marmoreo del Sacro Cuore     dossale dell'altare marmoreo del Sacro Cuore
[altare marmoreo del Sacro Cuore e suo dossale - elab. elettr. su foto di. Sabino Di Tommaso, 2012 - M. Monterisi, 2008]

L'ultimo fornice presso il presbiterio ospita un maestoso altare in pietra leccese con un grande dossale doviziosamente scolpito in stile barocco: spiccano le quattro grandi colonne tortili con capitelli e trabeazione decorati con motivi floreali e putti; il tutto è poi sormontato da un frontone su cui si distendono serafini e cherubini con in cima  Dio creatore.

dossale dell'altare marmoreo: particolare della base sx delle colonne tortili    dossale dell'altare marmoreo: particolare della base dx delle colonne tortili
[dossale dell'altare marmoreo: particolari delle basi delle colonne tortili - elab. elettr. su foto di. Sabino Di Tommaso, 03/05/2022]

Centrale nel dossale è affissa una tela raffigurante il Sacro Cuore, firmata Carmine Conversano (1923-2008) A.D. 1956, e nel frontone superiore una deposizione.

Sacro Cuore di Gesù di Carmine Conversano    deposizione
[Il Sacro Cuore di Gesù di Carmine Conversano e la Deposizione; elabo. elettr. su foto di. Sabino Di Tommaso - 2012]

La Maddalena dipinta in questa tela è identica a quella che un tempo esisteva nella Chiesa di Santa Maria Vetere e ubicata nella Pinacoteca Provinciale di Bari dal 1891.
Mons. Merra, descrivendo la suddetta tela della Maddalena un tempo presente a S. Maria Vetere, aggiunge una riflessione sulla tela della deposizione posta su questo altare; egli scrive:

"Vuolsi che il volto di questa Maddalena [presente a S. Maria Vetere] fosse il vero ritratto della buona e pia Duchessa di Andria, D.a Maria Carafa di Stigliano, madre dei venerabili P. Vincenzo Carafa, generale dei gesuiti, e D. Luigi, abate di S. Maria dei Miracoli d’Andria, e moglie sventuratissima del Duca Fabrizio, miseramente pugnalato in Napoli con la Principessa Maria d’Avalos, la notte del 27 ottobre 1590, dal marito di costei Carlo Gesualdo, Principe di Venosa!
La santa donna, che per opera di carità cristiane, aveva tanto ben meritato della sua Duchea, nel 1606, si rese suora domenicana nel chiostro di S. Maria della Misericordia in Napoli, aggiungendo, per significato di penitenza, al proprio nome di Maria quello di Maddalena.

Un altro quadro, che rappresenta pure questa pia Duchessa, vuolsi fosse quello che, in Andria, nella Chiesa della SS. Annunziata, si ammira in alto sull’altare di essa Vergine. È dipinta la Maddalena, ritta in piedi, vestita a lutto, pallida pallida nel viso, in atteggiamento doloroso di contemplare Gesù morto, e disteso sopra di un funebre letto, accanto a cui arde pallido un cereo; mentre un angelo pare che guardi mestamente quella salma inanimata e pianga! Come la Maddalena rappresenta la sventurata Duchessa; cosi, io penso o m’inganno, il Cristo rappresenta certamente l’infelice Duca pugnalato!"

[tratto da Il Convento e la Chiesa di S. Maria Vetere, in "Monografie Andriesi" di Emmanuele Merra, Tipografia e Libreria Pontificia Mareggiani, Bologna, 1906, Vol I, pagg. 383-457]

Il 1659 Mons. Egizio nella relazione relativa alla sua Visita Pastorale dichiara questa cappella dedicata ai Santi Giacomo e Filippo Apostoli e sull'altare trova una tela dell'Immacolata con i suddetti fratelli Apostoli.

[trascrizione dell’originale latino] [traduzione]

Die 16 m.[ensi]s sept.[emb]ris 1659

Deinde visitavit Cappellã S.ti Jacobi et Philippi quæ est pariter ex latere sinistro. Altare est lapideum, et elevatũ a pavimento per duos gradus ligneos, habetq.[ue] necess.[ari]ũ ad celebrat.[io]ne. Pro Icone deservit Imago SS. Concept.[io]nis B.[eatæ] M.[ariæ] V.[irginis] cũ Sanctis Apo.[sto]lis Philippo et Jacobi subtus adstantibus in tela depicta. Et Ill.[ustrissi]mus D.[omi]nus mandavit lapidem sacrum qui est amovibilis in medio altaris fabricari, ac novã crucẽ cũ Crucifixo decentiorẽ adaptari infra mensẽ sub pœna susp.[ensio]nis.

16 settembre 1659

Poi visitò la Cappella dei Santi Giacomo e Filippo che si trova anch’essa sul lato sinistro. L’Altare è di pietra e rialzato dal pavimento con due gradini di legno; ha quanto serve alla celebrazione. Come icona dossale c’è l’immagine della Beata Maria Vergine Immacolata tra i sottostanti Santi apostoli Filippo e Giacomo dipinti su tela. L’Ill.mo Signore ordinò di murare al centro dell’altare la pietra sacra ora amovibile e porre una nuova e più decorosa croce con crocifisso, ciò entro un mese su pena della sospensione.

Il 1694 Mons. Triveri scrive che al suo tempo questo altare, già arricchito con colonne scolpite grazie al cospicuo contributo di Carlo Albanese, è dedicato a San Gennaro; sull'altare c'è un suo quadro e ai lati quelli degli Apostoli Giacomo e Filippo.

[trascrizione dell’originale latino] [traduzione]

Die 21 9mbris 1694.

Altare S. Ianuarii.

Tandem visitatũ fuit Alt.[ar]e S. Ianuarij situs ab eo d.[ict]o lat.[er]e epistolæ in plano Eccl.[esi]æ extra Presbyteriũ.
Hoc Alt.[ar]e ædificatũ fuit a Cap.[itu]lo ex elemosinis qu... D. Caroli Albanese, qui in eius ult.[im]a voluntate Cap.[itu]lũ seu dicta ... suorũ bonorũ heredes instituit cum onere celebrandi tot missas pro anima sua quot capere possunt in summa reditus qui singulis annis, ex bonis hereditarijs obvierint ad rationẽ [spazio vuoto] pro singulis.
Adest tabula lapidibus sectis, et columnis ornata in cuius medio depicta est imago S. Ianuarij ep.[iscop]i et martiris. A lateribus verò venerantur Imagines SS.orũ Apostolorum Philippi, et Iacobi.
Altare est mappis, candelabris, floribus decenter ornatũ, solũ suppedaneũ, seu Bradella est nimis strictũ. ideo fuit de.[cre]tũ:
Quod suppedaneo ipso addatur tabula lignea latitudinis fere unius palmi.
Insuper q[ui]a Altaria portatilia feré omnia sunt vel ita parva quod vix sacrã hostiã, et calicem capere possunt, vel tabulis ligneis circã cincta et a plano mensæ talitèr elevata, quod calix aliq. in eius extremitate inadvertenter positus instabil.[ite]r cũ effusione San.[tissi]mi Sanguinis cad.at, ideo fuit dec[re]tũ
Quod Altaria huiusmodi nimis parva muten.[ur] in ampliora occas[ion]e qua Ill.[ustrissi]mus completa visit.[atio]ne illorũ consecrationẽ faciet, omniaq.[ue] remotis tabulis ita aptent[ur], quod ab extremitate Altaris ñ[on] magis quã ad [spazio vuoto] digitos distent, et a plano mensæ tantũ sup[er] emineat, quod Sacerdos tactu digitorũ easdem extremitates discernere possit.

21 novembre 1694.

Altare di S. Gennaro.

Infine fu visitato l’Altare di S. Gennaro eretto in detto lato dell’epistola nella navata fuori dal presbiterio.
Questo altare fu eretto dal Capitolo con le elemosine di D. Carlo Albanese, il quale nelle sue ultime volontà istituì il Capitolo erede dei suoi beni con l’onere di celebrare un tot numero di messe per l’anima sua quante erano possibili in base al reddito prodotto ogni anno dai beni ereditati, in ragione di [spazio vuoto] per ciascuna di esse.
C’è un dossale di pietre intagliate, ornato di colonne tra le quali è dipinta l’immagine di S. Gennaro vescovo e martire. Ai lati in verità si venerano le immagini dei Santi apostoli Filippo e Giacomo.
L’altare è decorosamente ornato di tovaglie, candelabri e fiori, soltanto la predella è piuttosto stretta; fu quindi ordinato:
Che a tale predella si aggiungesse una tavola lignea larga circa un palmo.
Inoltre poiché quasi tutti gli altari portatili sono o tanto piccoli che a stento ci stanno la sacra ostia ed il calice, o hanno le tavole laterali del piano così sollevate che qualsiasi calice posato inavvertitamente su tale bordo instabile cada con il versamento del Santissimo Sangue; fu pertanto ordinato:
Che tali altari troppo piccoli siano ingranditi per l’evento nel quale l’Ill.mo [vescovo], completata la visita, li possa consacrare, e le tavole laterali siano sistemate in modo che dall’estremità dell’altare distino non più di [spazio vuoto] dita, e dal piano della mensa sporgano quel tanto che il sacerdote possa avvertire il loro bordo tastando con le dita.

Il 1780 Mons. Palica, visitando questo altare allora ancora dedicato a San Gennaro trova sul dossale, circondato da colonne in pietra scolpita, una tela con l'Annunciazione, S. Gennaro, gli Apostoli Filippo e Giacomo e, sotto, le anime purganti. Più sopra una tela con S. Irene, e in cima il quadro della Deposizione di Gesù dalla Croce con accanto l'Addolorata, tela che ivi a tutt'oggi esiste.

[trascrizione dell’originale latino] [traduzione]

Die 6.ª m.[ensi]s Iulii anni 1780.

Visitavit Altare D.[iv]i Ianuarii Ep.[iscop]i, et m.[ariri]s, quod est primum in latere sinistro a cornu Ep.[isto]læ ex opere plastico elaborato, cum palliolo ex auri pe_, in quo sunt annexa onera missarum imposita Clero d.[ict]æ Colleg.[iat]æ ex leg.[at]° G.m Caroli Albanese,

Visitavit telam depictam cum Coronide Fig.ni(?) deaurati cum Immaginibus B.[eatissi] Virg.[ini]s M.[ari]æ, et Archangeli Gabrielis annunciantis, D.[iv]i Ianuarii Ep.[iscop]i, et M.[artiri]s, et SS.m Apost.[oloru]m Phiippi, et Iacobi, et in inferiori partem Animarum Purgatorj, et mandavit infra eundem term.[in]ũ sex mensium reaptari, p[er]puliri, et in partibus picturari coloribus.

Visitavit Imaginem S.æ Irenæ V.[irgini]s, et M.[artiri]s, in tela pariter pictam cum coronide pariter deaurato ... et appenso in culmine d.[ict]i Altaris.

Pariter visitavit alteram Imaginem B.[eat]æ Virg.[ini]s Mariæ Doloribus trafixæ cum Imagine N.[ost]ri Redempltoris é cruce depositi in tela pariter depicta cum parva coro.[ni]de similiter ex ligno deaurato in culmine eiusdem Altaris locatam, et adaptatam.

Altare præd.[ictu]m est circumcirca nempé in lateribus cum columnis lapideis, et in superiori parte est ex opere plastico p[er]belle elaboratum, et mandavit p[er]puliri, et dealbari.

Visitavit gradus superiores duos lapideos dealbatos; Suppedaneum ligneum duobus gradibus elevatum. Legile ligneum, campanulam in cornu Ep.[isto]læ appensam, et mandavit infra eundem term.[inem] sex mensium in eodem latere construi abacum pro ampullis servandis sub pœna interdictio.

6 luglio 1780.

Visitò l’Altare di San Gennaro Vescovo e martire, altare, primo sul lato sinistro dell’epistola, realizzato in materiale scolpito, con il paliotto dorato; in esso sono annessi oneri di messe imposti al Clero di detta Collegiata da un legato di G. Carlo Albanese;

Visitò la tela dipinta, in una cornice di intagli dorati, con le immagini della Beatissima Vergine Maria e l’Arcangelo Gabriele annunziante, San Gennaro vescovo e martire, i santi Apostoli Filippo e Giacomo e, nella parte inferiore le anime del purgatorio; ordinò che nello stesso termine di sei mesi fosse restaurata, ripulita e ridipinta in alcune parti.

Visitò l’immagine di S. Irene Vergine e martire, dipinta anch’essa su tela ed in cornice ugualmente dorata … appesa nella parte alta di detto altare.

Insieme visitò un’altra immagine della Beata Vergine Maria trafitta dai dolori con l’immagine del Nostro Redentore deposto dalla croce, anch’essa dipinta su tela in una minuta cornice parimenti in legno dorato, posta e adattata nella parte alta dello stesso altare.

Il predetto altare è sia tutt’intorno che ai lati con colonne di pietra e nella parte superiore realizzato con eleganti sculture; ordinò di ripulire ed imbiancare.

Visitò i due gradini in pietra bianca del postergale; la predella lignea alta due gradini, il leggio ligneo, la campanella appesa sul lato epistola; ordinò di costruire nello stesso termine di sei mesi sullo stesso lato (dell’epistola) una credenza dove collocare le ampolle, su pena dell’interdetto.

Il Borsella a metà Ottocento descrive questo altare così come l'aveva trovato Mons. Palica:

"Altro altare è messo rimpetto a questo, che ha un quadro dedicato all’Annunziata, che sta in cima di esso, cui stan sottoposti gli Apostoli, S. Giacomo, S. Filippo. Alla base il carcere del Purgatorio, le di cui anime con le mani alzate implorano soccorso alle loro pene. A piè del padrone del Regno le teste di due vezzosi serafini. In fronte dell’esposto quadro un dipinto pregevole di Gesù disteso sopra bianco lino, ai di cui santi piedi brucia un cerio rimpetto la dolente madre, e al capezzale S. Giovanni.
Questo altare pure formato di pietra viva, merita del pari attenzione. Quattro colonne il fiancheggiano, due a dritta e due a manca, ritorte a spire, sulle quali si avviticchiano tralci pampinosi. Tra pampini veggonsi degli uccelli, dei puttini in varie attitudini, delle ridette colonne due poggiano sull’altare, le altre in terra, fornite tutte di capitelli e piedistalli. Nelle mostre delle basi di queste seconde osservasi una cariatide con chiocciola ai piedi, ed una testa di fiori, e nell’altra base un dragone che giace sopra un uomo, che il tiene soggiogato, con adunco becco sul collo. Accanto un genio che ha in mano un ramo con foglie da cui spunta una rosa. Il quadro dell’altare oltre di essere cinto da cornice dorata, è ricinto da altra fascia larga rabescata con foglie e frutta. Sotto l’architrave scorniciato e dentellato sono rilevati due angioletti ed in mezzo un Serafino alato. Sopra il secondo quadro Gesù fornito di dorata cornice, vedesi la testa del Padre eterno, ed in cima lo Spirito Santo. Finalmente sopra i cornicioni dei capitelli seggono due serafini."

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Panoramica della navata dal Presbiterio verso l'ingresso
[Panoramica della navata dal Presbiterio verso l'ingresso - elab. elettr. su foto di. Sabino Di Tommaso - 03/05/2022]


NOTE
[1] Riporto uno stralcio del commento profondamente religioso di questo dipinto dell'Immacolata, elaborato dal prof. Schiavone nelle pagine 80-83 del testo già citato "La Chiesa dell'Annunziata di Andria".
"Nel grande quadro … appare, figura centrale, una donna, in veste candida e a fiori d'oro, avvolta dal manto azzurro. Ha la luna sotto i piedi e sulla testa una corona di dodici stelle. Il gesto della sua mano è identico a quello della figura precedente: è come l'eco del gesto benedicente del Creatore: Maria è il capolavoro della creazione quasi una nuova creazione, di cui il divino artefice si compiace.
Ce lo suggeriscono le parole incise in alto dal pittore, sul nastro sorretto dagli angeli festanti: Tota pulchra es Maria, et macula originalis non est in Te: l'unica fra le donne che non abbia meritato e non tramandò la condanna, ma la benedizione, perché per mezzo suo Dio ha sciolto la maledizione antica ed ha benedetto i miseri figli di Eva. È la Tuttabella.
Essa era stata scelta da molto tempo come oggetto della grazia di Dio: questo è il senso delle altre parole che nel quadro si leggono sul nastro che gli angeli sostengono ai piedi della Vergine: Nondum erant abyssi et ego iam concepta eram (Quando non esistevano gli abissi, io fui generata).
Sono tratte da un libro della Scrittura (Proverbi, 8,24), nel quale esse sono riferite alla Sapienza di Dio, che è quella che procura al mondo il suo ordine e la sua bellezza. La Sapienza di Dio vive «presso Dio» come dice lo stesso capitolo al cerso 30, così come il «Verbo» di cui parla il prologo del Vangelo di Giovanni: essa la Sapienza, è creata prima che esistano gli abyssi, cioè è eterna come Dio.
La liturgia cattolica questo passo, che si riferisce alla Sapienza di Dio, lo applica a Maria: da tutta la eternità essa è nei pensieri di Dio, perché un giorno il Figlio di Dio, il Verbo, che è Dio come il Padre, sarebbe nato «da donna», cioè da Lei, tutta bella, senza la colpa originale, madre del Verbo incarnato. …
Ai piedi di Maria, è il serpente, a cui essa schiaccia il capo.
Viene qui richiamato il passo della Scrittura (Genesi, 1,5) considerato dalla tradizione il protovangelo, il primo annunzio della salvezza della umanità: Maria è eletta da Dio per dare compimento alla grande promessa: «Io porrò inimicizia fra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa». … … … "
[2] Una nota sulla Confraternita della Concezione. Giuseppe Ceci in "Le Istituzioni di Beneficenza della Città di Andria", scrivendo nel 1891 delle Confraternite dice:
"Tra le molte altre confraternite istituite nelle chiese di Andria alcune impiegavano una parte delle loro rendite o delle prestazioni dei confratelli nell’esercizio della carità e serbano tuttavia questo pio costume. È buono rammentare in primo luogo la Confraternita della Concezione eretta nel 1577 nella chiesa di S. Maria Vetere, e che, non so per quale causa, ebbe una breve vita. Suo scopo era di assegnare doti di trenta ducati a «zitelle, purché habino vinti anni compliti che siano honorate e nate da parenti honorati, e di queste le più povere e mendiche della città»"
In Santa Maria Vetere, a destra entrando è affissa una lapide che riporta una epigrafe di papa Gregorio XIII del 18 Novembre 1577 in cui rendeva privilegiato l'altare dell'Immacolata Concezione e sotto la lapide dal 1599 c'era il sepolcro della Confraternita della SS. Concezione. La Confraternita, per Mons. Merra, rimase in questa chiesa fino al 1632. "Nel 1632 - egli scrive a pagina 430 del 1° volume di "Monografie Andriesi" - non avendo voluto i frati  che il Vescovo di Andria, in allora monsignor D. Alessandro Strozza, entrasse nella loro chiesa per fare la santa visita a questa Confraternita; il Vescovo la trasferì nella chiesa dell'Annunziata."
[3]
pianta della Chiesa dell'Immacolata di Vito Ieva, 1787   Sezione del Cappellone dell'Immacolata di Vito Ieva, 1787
      [nota n.35 dell'autrice Mimma Pasculli Ferrara]
Vito Jeva, Pianta della Chiesa dell’Annunziata ad Andria, 1787, penna e inchiostro acquerellato su carta bianca (AST=Archivio di Stato di Trani, Notaio Francesco Paolo Cristiani, atto del 4 aprile 1787, prot. 491, foll. 34v. e sgg.); Idem, Sezione della Chiesa dell’Annunziata ad Andria, 1787, penna e inchiostro, inchiostro acquerellato su carta bianca, misure non recuperabili (AST, Notaio Francesco Paolo Cristiani, atto del 4 aprile 1787, prot. 491, foll. 34 v. e sgg.): cfr. CAZZATO, FAGIOLO, PASCULLI FERRARA, op. cit. (nota 12, 1996), p. 596 (scheda biografica di Vito Jeva, a c. di M. Pasculli Ferrara). Sulla realtà confraternale cfr. L. BERTOLDI LENOCI (dir.), Le confraternite pugliesi in età moderna, Fasano, Schena Editore, 1988, vol. I, 1990 vol. 2. In particolare M. PASCULLI FERRARA, La statua di San Sabino: Nicola Antonio Brudaglio e la Confraternita dell’Immacolata in Andria, in L. BERTOLDI LENOCI (dir.), San Sabino. Uomo di dialogo e di pace tra Oriente e Occidente, atti conv. [Canosa, 26-27-28 ottobre 2001], Trieste, Edizioni Università di Trieste, 2002, pp. 243-258.
[4] Il testo trascritto dal Borsella è molto impreciso; nella lapide vi si legge invece il seguente:
D O M
ALTARE HOC IMMACULATÆ
SEMPER VIRGINI MARIÆ
DIVO SABINO EPISCOPO ET B CAIETA
NO DICATUM EST. IN PERPETUUM
PRIVILEGIATUM QUOTIDIANUM PRO
ANIMABUS FIDELIUM DEFUNCTORUM
EX INDULTO
SSM DÕNI LEONIS
PP. XII. DE DIE VI
MENSIS MARTII
MDCCCXIV