Ingresso da largo La Corte

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l'ingresso da piazza La Corte       l'ingresso da piazza La Corte, interno
[l'ingresso da piazza La Corte - foto Sabino Di Tommaso - 2009 / 2011]

L’elegante ingresso ducale   dalla Corte del Palazzo

Questo ingresso laterale alla navata destra della Cattedrale è emerso negli ultimi restauri (2005-2008):
Nella cappella di destra vicina al presbiterio ... sono state scoperte strutture architettoniche particolarmente interessanti. È emersa una grande porta esterna con massicce incardinature in pietra, una finestra  e un occhio, mentre sulla parete esterna della antica cappella è apparso un grande arco ogivale temperato del secolo XVIII. Tale arco è stato riaperto e permette anche l'accesso ai disabili.
... A seguire ... la cappella che nella Visita pastorale del 1937 appare come cappella del Crocifisso, precedentemente dedicata con molta probabilità al Santissimo Sacramento per l'iscrizione che sovrasta la porta che fa da ingresso laterale alla Chiesa. Alla sommità dell'arco affrescato si intravede un Cristo in pietà. Sulla parete destra un antico stemma in cui si distinguono un leone rampante ed un ramo di quercia, elementi dello stemma della città di Andria. In basso, una lapide del 1571 che ricorda la più antica congrega esistente nella chiesa locale, quella degli Agonizzanti.

[stralci da "La Cattedrale di Andria", AA.VV., Grafiche Guglielmi, Andria, 2009, pagg. 24,36]

Sull'architrave della porta d'accesso alla navata sono riportati due versetti del Vangelo (Giovanni, 6, 56; Matteo, 11, 28) che, come su riferito, fanno pensare che questo vano per un certo tempo sia stato utilizzato come cappella dedicata al SS. Sacramento, forse nella seconda metà del Quattrocento, prima che mons. Florio erigesse il nuovo presbiterio con la cappella del SS. Sacramento a destra dell'abside. Di certo sappiamo che fu sacrestia della cappella del SS. Sacramento, quando, negli anni Venti dell'Ottocento, da mons. Bolognese fu dedicata al SS. Sacramento la precedente 4ª cappella (già di S. Antonio Abate):

"CARO MEA VERE EST CIBUS, ET SANGUIS MEUS VERE EST POTUS.
VENITE AD ME OMNES ... R 165. ... EGO REFICIAM VOS"

Scrive l'Agresti:

Mons. Bolognese ... Fe pure trasferire l’altare del SS. Sacramento, dall’antica cappella [in nota aggiunge: "L’antica cappella del Santissimo era sita sul Presbiterio, e, propriamente, in quella adibita, ora, per la S. Spina.”] in quella del Crocifisso (sotto l’organo), e, poscia nell’attuale cappella. [la 4ª di destra]”

[tratto da "Il Capitolo Cattedrale di Andria ed i suoi tempi", di Michele Agresti, tip. F. Rossignoli, Andria, 1912, vol.I, Cap. XVI, pag. 390].

Nella descrizione stralciata da “La Cattedrale di Andria” vi sono dicerse imprecisioni. È infatti vero che nel secondo decennio dell'Ottocento, mons. Bolognese adibì per qualche tempo la Cappella del Crocifisso a Cappella al SS. Sacramento, ma allora la Cappella del Crocifisso, non era in questo ambiente (e non vi è mai stata!), ma di fronte al Cappellone di S. Riccardo, mentre questo vano, come mostra l'immagine del 1851, era, almeno da metà Cinquecento, un vestibolo dell'ingresso laterale.

particolare della lunetta sull'ingresso laterale in Cattedrale    l'affresco nella lunetta col Cristo in pietà nel culmine
[lunetta sull'ingresso laterale e l'affresco col Cristo in pietà nel culmine - foto Sabino Di Tommaso - Michele Monterisi - 2009/2010]

Attualmente questo vestibolo ospita uno stemma della città di Andria e la lapide della Confraternita degli Agonizzanti, sodalizio nel Seicento ubicato nella seconda cappella di sinistra, nei secoli successivi nel Cappellone del Santissimo.


Pongo ora qui sotto un confronto tra l'ingresso dipinto da Achille Vianelli nel 1851 e quello attuale, la cui fotografia ho elaborato in base a quanto suggeriscono l'acquerello del pittore e la sotto citata descrizione del Borsella. Si tenga presente che, sia lo scritto quanto il disegno acquerellato, furono realizzati ambedue a metà Ottocento; si direbbe, contemporaneamente.


[Confronto tra un particolare dell'acquerello del Vianelli del 1851 e l'attuale ingresso inserendo stemma Città e stemma Del Balzo - elab. Sabino Di Tommaso - 2009/2010]

In faccia al muro istesso, vicino un orologio solare, su piccola base poggia un Leoncino di pietra sporgente, sopra una gran lapide che offre la effige d'un Vescovo col pastorale avendo le mani incrociate al petto, di gusto gotico ignorandosene il nome. Accanto al Leoncino, sopra altra lastra lapidea infissa  nel muro si scorge una stella raggiante stemmi degli Svevi, e dei Bauci o Balzi.

[tratto da “Duomo", in "Andria Sacra”, di Giacinto Borsella, tip. F. Rossignoli, Andria, 1918, pag.124].

La descrizione del Borsella e, soprattutto, il bellissimo e dettagliato disegno del Vianelli (esposto al MET di New York) sembrano indicare che l’originario stemma dei Del Balzo (attualmente affisso internamente a lato del Cappellone del Santo) fosse collocato sulla chiave dell’arco d’ingresso, mentre un antico stemma dell’Università – Città di Andria (attualmente fissato sulla parete destra interna di questo ingresso) fosse incassato sul lato destro dell’ingresso sopra il bassorilievo di un Vescovo (sconosciuto al Borsella); a fianco di questo il leone stiloforo (forse resto dell'antico portico), dal Borsella descritto come "Leoncino su piccola base".
Il Vianelli schizza simbolicamente detti oggetti, rappresentando mediante un cerchio lo stemma dei Del Balzo, uno scudo stilizzato quello dell’Università, e forse sulla base presso il bassorilievo del vescovo il leoncino.

Lo stemma del Duca e quello dell’Università, affissi su questo ingresso laterale esistente nella Corte che si espande davanti al Portale del Palazzo Ducale, (nonché un probabile portico con leoni stilofori) inducono a supporre che tale elegante accesso in Chiesa sia stato quello del Duca sin dal Quattrocento, epoca dei Del Balzo.
Si consideri che lo scranno del Duca era sulla parete del presbiterio immediatamente a destra di tale ingresso e la Corte tra la Cattedrale ed il Palazzo Ducale sembra fosse privata e (com’era d’uso nel Quattrocento) recintata e chiusa da mura di cortina merlate; tale infatti appare evidenziarla il particolare della Città dipinta sotto il Redentore raffigurato su una delle due quattrocentesche ante delle reliquie.
Era quindi questo ingresso in Chiesa inizialmente privato e riservato al Duca, il quale vi accedeva percorrendo la protetta corte esterna al suo palazzo; poi nel Seicento l’ingresso privato fu dalla Santa Sede proibito ovunque ed esplicitamente per Andria con un documento del 5 marzo 1619, unitamente al Coretto eretto sul trono.

La Cattedrale, il Palazzo Ducale e l'antistante recinto della Corte   La Cattedrale e il Palazzo Ducale attuali con la maschera del 400
[a sinistra, particolare della tavola "Cristo benedice Andria" del "400, una cortina merlata è raffigurata davanti al lato sud della Cattedrale
a destra, la "maschera" del Quattrocento sovrapposta alla Cattedrale (che ha in più le cappelle laterali) ed al Palazzo Ducale - elab. elettr. di Sabino Di Tommaso]