le tre navate

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Le tre navate

le tre navate
[le tre navate - elaborazione elettr. su foto di. Sabino Di Tommaso - 2011]
L'Agresti così nel 1911 descrive le tre navate:
"Nel  1414 il Duomo dovette essere ingrandito e, forse, furono allora costruite le tre navi, che dividono l'attuale Duomo dall'antica Chiesa (limitata dal Presbiterio e sotto presbiterio). Difatti fu nel 1414, che venne costruito il grandioso arco, a sesto acuto, che divide le tre navate dal Presbiterio, come rilevasi dalle seguenti parole, scolpite sulla mostra di marmo, messa a piè di questo arcato: Alexander Guadagno Andriensis hoc arquatum A. D. MCCCCXIV construxit. [data diversa da quella di altri autori!] ...
Le tre porte d'ingresso del Duomo mettono capo alle tre relative sue navate, fiancheggiate da colonne di diaspro con pilastri e capitelli (ora
[ai tempi dell'Agresti] ricoperte di stucco, per l'uso barocco ch'erasi introdotto, appena dopo l'invenzione dello stucco!...)
In cima della navata maggiore s'erge un vasto loggiado, messo sulla porta principale d'ingresso, che serve come da gran coretto, per assistere alle funzioni in Chiesa."

[tratto da "Il Duomo di Andria" in "Il Capitolo Cattedrale di Andria ed i suoi tempi", di Michele Agresti, tip. F. Rossignoli, Andria, 1912, vol.II, pagg. 7-9].

Nel restauro del 1965, dalla facciata fu rimossa la sovrastruttura del Santacroce e, di conseguenza, il loggiato sulla porta principale, e fu applicato un discutibile rosone. Sulle colonne della navata centrale furono applicate le croci di consacrazione provenienti dalla Chiesa della Trinità delle Benedettine, demolita nel 1939.
Dopo gli ultimi restauri (2005-2008) così oggi (2009) vengono descritte le navate nella piccola guida alla visita della Cattedrale:
croce di consacrazione, proveniente dalla demolita Chiesa delle Monache
L'interno è suddiviso in tre navate da due file di sei pilastri quadrangolari con archi a tutto sesto. Su di essi sono visibili dieci tondi in marmo (altri due si trovano sulle pareti laterali del presbiterio) con croci di consacrazione provenienti dal complesso delle Benedettine e qui collocati nel 1965. La navata centrale è sormontata da capriate lignee, quelle laterali da volte a crociera.
Sulla controfacciata, in alto, un rosone in alabastro realizzato in occasione del restauro degli anni Sessanta.
Al di sotto il Vescovo Mons. Giuseppe Lanave pose l'imponente tela raffigurante l'ingresso di San Riccardo in Andria e la guarigione di una cieca. Il dipinto, di stile neoclassico, fu commissionato dal Vescovo  di Andria Mons. Eugenio Tosi [1916-1922] al pittore calabrese Zimatore [Carmelo 1850-1933], per coprire il soffitto del salone d'ingresso dell'Episcopio.
"

[tratto da "La Cattedrale di Andria", AA.VV., Grafiche Guglielmi, Andria, 2009, pag. 31]

panoramica delle navate dal presbiterio
[panoramica delle navate dal presbiterio - elaborazione elettr. su foto di. Sabino Di Tommaso - 2011]
Racconta Mons. Lanave:
"Tosi, il vescovo milanese, che poi tornò Arcivescovo e Cardinale nella sua patria, venne in Andria dalla Calabria [vescovo di Squillace], ove praticò le prime esperienze pastorali. Di lì fece venire il maestro pittore che concorse  a rendere più decorosa la sede del vescovo: Zimatore. Questi dipinse un quadro che copriva il soffitto del salone di ingresso dell'episcopio (olio su tela: m. 3,90 x 5,37) riproducente l'ingresso di S. Riccardo in Andria. Il dipinto è del caratteristico stile neo-classico che dalla fine dell' Ottocento all metà del Novecento dominò. La scena è grandiosa. La figura di S. Riccardo è imponente. Andria con il suo popolo è accogliente e festosa.
Il quadro poi (non molto tempo dopo) per il restauro dei tetti fu portato via in malo modo: piegato, arrotolato e abbandonato in soffitta. Ripreso negli ultimi anni del governo di mons. Lanave fu restaurato e collocato sulla porta centrale della cattedrale, dalla parte interna.
"

[tratto da "Ho raccolto per voi", di Giuseppe Lanave, Grafiche Guglielmi, Andria, 1994, pagg.204-205].

Carmelo Zimatore: S.Riccardo entra in Andria e miracola una cieca
[tela di Carmelo Zimatore (1850-1933) - elaborazione elettr. su foto di. Michele Monterisi - 2010]